Europa League: la grande notte delle italiane, passano tutte

Per le italiane sembrano tornati i fantastici anni 90, quando il nostro calcio dominava il panorama internazionale. Nessuna delusione, passano tutte i sedicesimi di Europa League. A partire dalla Roma che si sveglia dal momento no che la ha accompagna da due mesi a questa parte e supera il Feyenoord in trasferta in una gara difficile, caratterizzata ancora una volta dall’inciviltà dei tifosi olandesi che costringono l’arbitro a sospendere l’incontro per 10 minuti all’inizio del secondo tempo.La prima, vera occasione è di marca giallorossa: Pjanic toglie palla ad un incerto Nelom, Totti vede Vermeer fuori dai pali e sfiora il vantaggio con un lob di poco largo. Il capitano prova a rifarsi due minuti dopo, calciando di forza una punizione che si stampa sul palo esterno. Il Feyenoord replica al 21′ con una botta di Toornstra neutralizzata da Skorupski in due tempi. Dopo un duello fisico e verbale con Yanga-Mbiwa, Kazim-Richards si stira ed è costretto ad uscire, al 30′, per Te Vrede. Sale la tensione in campo ma la Roma è quasi stabilmente nella metà campo avversaria e, al 37′, sugli sviluppi di un cross di Holebas, Pjanic si rende minaccioso. Al 38′ una maxi-banana di plastica piove dalle tribune, probabilmente indirizzata a Gervinho: il quarto uomo la raccoglie e l’arbitro Turpin minaccia la sospensione qualora accadano altri episodi del genere. De Rossi, al 44′, tenta l’impossibile ma, al secondo dei quattro minuti di recupero, i giallorossi passano con un piattone al volo di Ljajic, servito alla perfezione da Torosidis.

Nella ripresa non cambia il copione e la Roma, al 6′, si rende minacciosa con la coppia Gervinho-Pjanic. Al 9′, però, accade il ‘fattaccio’: Turpin espelle, forse esagerando, Te Vrede per un fallo di Manolas. Il pubblico non gradisce e getta di tutto in campo: partita sospesa per dieci minuti. Al rientro Manu, appena gettato nella mischia, gela gli entusiasmi italiani, infilandosi in un’autostrada che conduce direttamente davanti a Skorupski, battuto di giustezza. La Roma però reagisce immediatamente e, al 15′, si riporta in vantaggio con Gervinho, che finalizza sotto porta un altro assist di Torosidis. Piovono accendini dalle parti di Skorupski, con l’uomo in più la Roma si chiude troppo e, dopo un bel contropiede di Gervinho e Ljajic, rischia al 22′ ma stavolta Skorupski è bravo in uscita su Manu.C’e’ spazio per il rientrante Iturbe, Holebas impegna l’estremo di casa al 31′ e al 34′ Skorupski mette in corner una punizione velenosa di Toornstra. Ultime chance per Manu e Gervinho, poi il triplice fischio che manda in visibilio la Roma

Passa anche l’Inter che batte in casa il Celtic di Glasgow. Mancini recupera D’Ambrosio in difesa, a centrocampo fiducia ad Hernanes con Kovacic che si accomoda in panchina. Tandem d’attacco formato da Palacio ed Icardi, supportati sulla trequarti da Shaqiri. Primo tempo avaro di emozioni: nessuna delle due squadre riesce a prendere il sopravvento e prevale un sostanziale equilibrio. Ovviamente ai nerazzurri, che prediligono il gioco in contropiede, va benissimo così, ma gli scozzesi giustamente provano a giocarsela: la gara è aperta e combattuta. Nei primi 45′ i padroni di casa sudano freddo dopo appena sei minuti, con Carrizo chiamato alla super parata su Mackay-Stevens che gli si presenta a tu per tu. Al 35′ si mette bene per l’Inter: Van Dijk rimedia il secondo giallo per un intervento falloso su Icardi e l’arbitro Kruzkiak gli mostra il rosso. Celtic costretto a giocare in dieci per quasi un’ora. Prima dell’intervallo doppia occasione per la squadra di Mancini, prima con Shaqiri, che devia il cross di Santon con palla respinta da Gordon, poi sulla ribattuta con una conclusione di D’Ambrosio sul quale il portiere ospite è ancora attento.

Nella ripresa, pericoloso Icardi che, servito in area da Guarin, vede il destro sventato da un intervento miracoloso di Gordon. Quando ormai il risultato sembra inchiodato definitivamente sullo 0-0, a due dal termine l’Inter va a segno: dopo una gran sgroppata Santon imbecca Guarin al limite dell’area, il colombiano mette nel mirino il ‘sette’ ed insacca di destro. E’ il gol-sicurezza, che blinda la qualificazione e consente a Mancini di continuare l’avventura in Europa. E in pieno recupero i nerazzurri potrebbero persino raddoppiare con il giovane Puscas, subentrato poco prima per Palacio, ma Gordon si supera.

Poco più di un allenamento al San Paolo, invece per il Napoli che, contro il Trabzonspor, veniva dallo 0-4 dell’andata. Alle spalle di Higuain a sorpresa in campo dal 1′ (panchina per Zapata, Gabbiadini e Hamsik), Benitez sceglie Callejon, De Guzman e Mertens: proprio il belga crea la prima insidia con un sinistro che sibila alto sulla porta di Arikan. I turchi confermano gravi lacune in fase di impostazione e paurose amnesie difensive, nelle quali vanno a nozze gli attaccanti azzurri: su un lancio di Mertens, Callejon si fa murare da Arikan ma nulla può sul tap in a porta vuota di De Guzman. Il Napoli prova a far divertire il pubblico: ci provano Higuain, ancora Callejon e persino Mesto. Piovono comunque applausi e non potrebbe essere diversamente. Anche se Inler combina la frittata a centrocampo e Atik, servito da Cardozo, costringe Rafael all’intervento decisivo. Poi segna Zengin ma è in fuorigioco.

Arikan diventa il protagonista della seconda tranche di gara: bravo su Jorginho, eccezionale su Callejon da due passi il portiere turco. A ispirare il tutto Mertens, pronto a farsi perdonare la follia contro il Sassuolo. Cambia l’attacco del Napoli: attorno al 20′ ecco Zapata prima e Gabbiadini poi. Salutano Higuain e De Guzman. Ma Callejon non si sblocca: è il palo stavolta a dire no allo spagnolo, murato poi dal solito Arikan prima del cambio con Hamsik. Il vantaggio minimo regge fino alla fine perché il Trabzonspor ha in Arikan un baluardo pressoché insuperabile anche su Mertens.

La Fiorentina batte 2-0 il Tottenham al Franchi e passa agli ottavi. La novità nelle file viola è il ritorno tra i pali del ‘separato in casa’ Neto, necessario visto l’infortunio di Tatarusanu. Difesa a quattro per Montella, con Basanta che al centro vince il ballottaggio con Gonzalo Rodriguez. A centrocampo, dove manca l’infortunato Borja Valero, Badelj viene preferito ad Aquilani. Unica punta Mario Gomez, a dargli manforte gli esterni Joaquin e Salah. L’attacco di Pochettino poggia su Soldado, supportato da Lamela, Eriksen e Chadli. Nei primi 45′ si fanno preferire gli ospiti, ma nel complesso la gara non si infiamma, nonostante buoni tentativi da una parte e dall’altra. Viola costretti al cambio già dopo 25′: Marti Fernandez toccato duro alza bandiera bianca, al suo posto dentro Aquilani. La Fiorentina bada a non scoprirsi troppo, il Tottenham si rende particolarmente pericoloso alla mezz’ora con un contropiede che Soldado spreca preferendo servire Chadli anziché battere a rete. Bravo Neto nell’anticipo.

Nella ripresa, dopo 9 minuti, i viola sbloccano il risultato. Badelj recupera palla a centrocampo e lancia in contropiede Gomez: il tedesco si invola e supera Lloris con un preciso sinistro rasoterra. Altro cambio forzato, stavolta in difesa, per Montella poco dopo: fuori Basanta, dentro Rodriguez. Grande occasione al quarto d’ora per i padroni di casa con Salah che, tutto solo davanti a Lloris, calcia addosso al portiere degli inglesi. L’ex Chelsea si riscatta dieci minuti dopo siglando il raddoppio dopo aver finalizzato un triangolo con Gomez. 2-0 e ‘Franchi’ in delirio. A cinque minuti dalla fine c’è lavoro per Neto, che vola per deviare il sinistro dalla distanza di Eriksen. Tottenham ancora minaccioso poco sopo con un colpo di testa di Soldado che sfiora la traversa. Gli assalti degli Spurs però non portano frutti e alla Fiorentina si spalancano le porte degli ottavi.

Ma la grande impresa è quella del Torino di Giampiero Ventura che vince a Bilbao 3 a 2 ed elimina l’Athletic. Il primo squillo di tromba lo suonano i baschi con Benat, che su calcio di punizione impegna Padelli a rifugiarsi in calcio d’angolo. Pronta la risposta granata con Quagliarella, che ben imbeccato da Moretti al limite dell’area stoppa e tira in un fazzoletto, ma la sua conclusione finisce fuori di poco. Al quarto d’ora Vives si guadagna un calcio di rigore per un fallo di Gurpegi. Se ne incarica Quagliarella, il cui tiro non è impeccabile, ma la palla si infila in rete nonostante la deviazione di Herrerin. Il Torino con questo risultato sarebbe qualificato agli ottavi di finale e così i padroni di casa sono obbligati ad attaccare con maggiore convinzione, ma ad avvicinarsi al raddoppio sono nuovamente gli uomini di Ventura con un bel tiro di Quagliarella ben servito da El Kaddouri, ma il suo tiro si spegne sull’esterno della rete. All’ultimo minuto del primo tempo arriva però il pareggio dell’Athletic: bella apertura di Benat a scavalcare Molinaro e palla a Iraola, il quale controlla e poi batte con un bellissimo pallonetto di esterno Padelli. Il Toro è ferito, ma non si arrende e all’ultimo secondo della prima frazione di gioco torna in vantaggio: bella apertura di Vives per Darmian, che mette al centro una bellissima palla sulla quale si avventa Maxi Lopez, colpo di testa e terza rete personale alla formazione di Bilbao.

La ripresa si apre con una pericolosissima punizione battuta da Laporte, che si spegne di pochissimi centimetri sopra la traversa. Il Toro pochi secondi più tardi ha sui piedi di Maxi Lopez la palla per chiudere la gara, ma sul bellissimo cross di El Kaddouri l’argentino si fa ribattere la conclusione da due passi da un ottimo Herrerin. La partita diventa bellissima, con i padroni casa che colpiscono un palo con Inaki Williams e sul ribaltamento di fronte ancora una volta Maxi Lopez liberato a tu per tu con il portiere basco, sbaglia uno stop sanguinoso regalando palla agli avversari. Gol sbagliato, gol subito e al quarto d’ora i padroni di casa pareggiano con De Marcos, ben servito in area da Munain. I granata non sono mai domi e dopo aver subito il pareggio, riescono a riportarsi in vantaggio grazie ad una splendida iniziativa sulla sinistra di El Kaddouri, che crossa sul secondo palo, dove arriva in corsa Darmian che con un piattone batte Herrerin. E’ la rete che vale la qualificazione, perché nonostante la pressione disperata della formazione spagnola, il Toro tiene duro e porta a casa il bottino pieno, con Martinez che riesce a divorarsi anche la palla del poker. Oggi si svolgerà il sorteggio per gli ottavi di finale e c’è già il rischio di derby italiani.