Caso Parma, Berretta: pronti ad aiutare la società

Il giorno dopo la decisione di non giocare con il Genova,  Roberto Donadoni e Alessandro Lucarelli  cercano di spiegare  la crisi che sta vivendo il Parma.“Quello economico è l’ultimo dei problemi, anche se qui ci sono dipendenti che ovviamente ne fanno una ragione di vita- dichiara l’allenatore- Noi non giochiamo perché qualcuno deve prendersi la responsabilità di tutto quello che è successo, non ho visto nessuno che ha detto di avere delle colpe, di aver commesso qualche errore. Stiamo diventando ridicoli come Paese agli occhi del mondo”.

Sulla situazione disastrosa della squadra emiliana è intervenuto anche Maurizio Beretta ai  microfoni di “Radio anch’io Sport”. “Responsabilità di Figc e Lega nel caso Parma? Lo escludo nel modo più assoluto – ha detto il presidente della Lega Calcio – Ci sono regole molto precise che prevedono tempi di controllo, decisioni successive ed eventualmente penalizzazioni, che sono poi le sanzioni previste. Ci sono dei dati valutati a fine giugno per l’ammissione al campionato dei club e riguardano il pagamento degli stipendi e la parte fiscale, e così ha fatto la Covisoc, evidentemente tutto era in linea con la parte sotto osservazione del mondo sportivo. Poi – ha aggiunto – c’è stata una ulteriore verifica al primo di ottobre su stipendi, tasse e contributi. Il problema si è verificato a novembre e sono scattate le misure di penalizzazione, in termini di punti, che tutti conoscono, e poi il passaggio di mano della società”. Anche l’accertamento ai fini Uefa, ha assicurato Beretta “è stato fatto dagli organi della nostra Federazione. C’era un mancato pagamento di 300mila euro e in virtù di quella situazione il Parma non fu ammesso dalla nostra Federazione. Non c’è un sistema di controlli europeo ma nazionale. Ricordo si scatenò di tutto, si parlò di complotto e voglia di penalizzare una città ma venne fatto un lavoro rigoroso. Si tratta di un sistema che va benissimo ma funziona molto diversamente se ho la fila di pretendenti o una società in difficoltà, il meccanismo reale rischia di essere molto diverso”.

Venerdi ci sarà la convocazione dell’assemblea di Lega che valuterà quali iniziative possano essere prese in considerazione, tra queste anche un aiuto economico al club gialloblu. “Saranno oggetto di una valutazione da fare nell’assemblea, ma bisognerà vedere le regole in vigore in caso di ritiro di una società. E’ una situazione complessa da valutare con lucidità senza cedere ad emozioni e stati d’animo. Servono analisi precise dal punto di vista giuridico, economico e sportivo”. Mentre tesserati e dipendenti, ormai da giorni, devono fare i conti con il pignoramento di macchinari, veicoli, attrezzature, il neo-patron Giampietro Manenti, da settimane promette una svolta che non si concretizza:  il 19 marzo potrebbe arrivare la formalizzazione del fallimento del club.

“Il crack Parma non ha precedenti nella storia del calcio italiano. Il campionato è profondamente alterato nel suo svolgimento, per tutelare gli aspetti commerciali e imprenditoriali spero che ci sia una presa di coscienza per giocare queste partite- spiega l’avvocato ed esperto di diritto civile, Mattia Grassani-  Le conseguenze potrebbero essere senza limiti e senza fine, potrebbe aprirsi una guerra tutti contro tutti, superando anche i livelli di guardia. Se il Parma smettesse di giocare, i risultati finora accumulati e maturati sul campo sarebbero buoni, le altre gare finirebbero 3-0 a tavolino per gli avversari, si creerebbe una evidente disparità”.