San Leandro di Siviglia, Cartagena (Spagna), 545 ca.- Siviglia (Spagna), 13/03/600 ca. Il padre, Saveriano, muore prematuramente e Leandro, primogenito, deve prendersi cura dei tre fratelli minori: Isidoro, Fulgenzio e Fiorentina (anche loro tutti canonizzati).
• Diventa monaco benedettino.
• Converte al cristianesimo e battezza Ermenegildo, figlio del re Leovigildo. Il giovane, ribellatosi al padre, viene fatto uccidere. Per questo tragico evento Leandro fugge dalla Spagna e si rifugia a Costantinopoli, dove ha modo di entrare in grande amicizia con il futuro papa Gregorio Magno, che in quel tempo dimora nella città.
•Nel 583 circa può tornare a Siviglia: l’anno successivo è consacrato vescovo di Écija (Andalucìa). La sua opera più importante è la conversione dall’arianesimo del re Recaredo e di molti Visigoti.
• Di lui sono rimasti: una Regola monastica femminile, scritta per sua sorella, e un discorsa a favore della Chiesa cattolica, tenuto al concilio di Toledo.
Affetto dalla gotta, sopporta gravi sofferenze. Passa gli ultimi anni di vita in preghiera e in penitenza.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi
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