Raggiungere la piena inclusione nella società, per le persone con disabilità e fragilità, significa che, bisogna passare dalla richiesta individuale dei diritti alla loro mutazione in effettività sociale, ma soprattutto collettiva. In particolare, negli ultimi anni, si è parlato molto di più di diritti delle persone con disabilità e questo fattore costituisce, già di per sé, qualcosa di buono. Occorre però che ora, ognuno di noi, a tutti i livelli istituzionali e associativi, agisca per garantire che, da oggi in poi, le persone con fragilità, possano avere una vita indipendente e autonoma nel solco quella che, spesso, viene definita capacità di autodeterminazione.
L’arrivo a questo obiettivo deve partire innanzitutto dalla concreta attuazione del Progetto di Vita ma soprattutto da una presa in carico a 360 gradi delle persone con disabilità e delle loro famiglie. In altre parole, ogni legge in materia, deve e dovrà avere come faro conduttore, l’articolo 19 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità che sottolinea la logica della vita indipendente, a partire però dal cosiddetto “Durante Noi” per poi arrivare al “Dopo di Noi”. In conclusione, parlando di questi temi, bisogna ricordare che, mettendo le persone e la fragilità al centro di ogni azione, abbiamo la possibilità diventare una civiltà più progredita sotto ogni aspetto.
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