Sulle Autostrade i Governi Conte, spiace dirlo, non hanno dato il meglio, e chi ci ha rimesso è la economia del Nord Ovest. Dopo la tragica caduta del Ponte Morandi avvenuta il 14 agosto 2018, due anni e due mesi fa, Il Governo avrebbe dovuto fare 4 cose. Risarcire al più presto le famiglie dei deceduti. Ricostruire al più presto il Ponte, verificare la sicurezza sulla rete autostradale, sui viadotti, sulle gallerie, intervenire laddove vi era bisogno, chiedere i danni alla Società autostrade e successivamente valutare se ciò che era avvenuto poteva essere motivo della revoca della concessione.
I parenti delle vittime hanno ricevuto un primo risarcimento. Il ponte è stato ricostruito grazie alle norme di un ottimo Decreto Genova, probabilmente la cosa migliore del primo Governo giallo verde. Ora il Modello Genova purtroppo è messo in discussione dal Governo giallo rosso. Il nuovo ponte funziona da due mesi ma la rete autostradale attorno a Genova e che interessa tutta la economia del Nord che usa il porto di Genova per le importazioni e le esportazioni è ancora interessata da lavori, da restrizioni del traffico e dopo due anni e due mesi non è ancora sicura.
Toninelli aveva come compito quello di controllare la rete autostradale e di metterla in sicurezza ma si è limitato a fare una grande polemica con i Benetton. Ci si è mossi solo a gennaio del 2020 quando nella Galleria Bertè della A 26 è caduto un lastrone del peso di 2 tonnellate, che ha sfiorato l’automobile di un utente della autostrada. Dopo 16 mesi cioè ci si è accorti che la rete autostradale che porta a Genova e che si diparte da Genova era a rischio per le mancate manutenzioni straordinarie.
Invece di lavorare nei 100 giorni del blocco del lockdown si è iniziato a lavorare a fine maggio così delle 14 corsie autostradali da e verso Genova ne funzionano oggi solo 6. Il più grande porto italiano che serve tutto il Nord del Paese, con oltre 1000 miliardi di PIL da 5 mesi costringe a lunghe code auto e TIR, e non è finita.
Sulla concessione autostradale dopo tante ammuine siamo a zero. Questa vicenda trasmette agli operatori economici europei e mondiali un senso di incapacità a gestire i problemi preoccupanti.
Eppure il nostro Paese si è costruito negli ultimi 150 anni con lo strumento delle concessioni. Ferrovie, centrali idroelettriche, autostrade e trafori autostradali sono stati tutti costruiti usando lo strumento delle concessioni. La privatizzazione fatta male di Autostrade, la mancanza di controlli sono il risultato di una politica incompetente e Lassiva, soprattutto dimentica della grande qualità delle scelte del passato. Come i figli quando dissipano il patrimonio dei genitori.
Ora si dice il Governo fa sul serio, alla buonora. Qualcuno punta e si limita ai risarcimenti. Chi invece che la politica sia l’impegno sociale più nobile è più alto vorrebbe ritornare al più presto a scegliere gli uomini migliori cui affidare il rilancio economico e sociale del Paese più bello. Senza infrastrutture moderne e efficienti la ripresa sarà difficile.
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