Opinione

Le mamme che lottano contro le discriminazioni

Sii gentile… Be Kind come dice nel suo film una donna come Sabrina Paravicini, attrice, regista e mamma di un ragazzo con autismo. Io sono d’accordo con lei. Nonostante l’8 marzo, Festa della Donna, sia un ricordo di un fatto doloroso avvenuto nel 1909 quando un incendio uccise centinaia di operaie a New York o, secondo altri, a testimonianza delle donne che si sono battute per l’uguaglianza e per eliminare le discriminazioni. In ogni caso noi donne e mamme di ragazzi con disabilità cerchiamo tutti i giorni di combattere quelle discriminazioni di cui sono vittima i nostri figli. Forse siamo abituate a lottare per fare in modo che i nostri figli abbiano le stesse possibilità, le stesse opportunità dei ragazzi normodotati. E quando una mamma si arrabbia per ottenere quei diritti, diventa una leonessa che difende il suo cucciolo. Perché sembra strano, ma diritti sacrosanti a volte vengono negati. E tutto diventa complesso.

Cerchiamo di creare un ambiente inclusivo attorno ai nostri bambini e noi stesse lo siamo con i bambini in difficoltà delle altre mamme. Abbiamo ormai un “sesto senso” e capiamo immediatamente se un bambino sta facendo dei capricci o se è un bambino autistico in piena crisi. Di frequente le persone guardano e giudicano queste scene che si trovano davanti agli occhi, magari pensando che quella non è una buona madre e che quello sia solo un bambino viziato. Ma a volte non è così. E quella mamma magari in quel momento ha bisogno d’aiuto e noi dobbiamo essere comprensivi e capire le situazioni. Lo so, non è facile.

Aiutare dei bambini con disabilità, dargli un abbraccio, un bacio in fronte, anche solo un saluto… è importantissimo. Quando li incontri, magari non ti guardano, sembrano distratti, ma in realtà sono attentissimi: dire il loro nome, riconoscerli, farli sentire al centro dell’attenzione, è fondamentale per loro e per le famiglie. E quando ti avranno rubato il cuore, non potrai più fare a meno di loro. Basta essere solo un po’ più gentili, non ci costa nulla, ma si ottiene un grande risultato: per noi e anche per le persone che ricevono quella gentilezza.

Emanuela Nussio

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