Opinione

La famiglia si metta in gioco per garantire l’inclusione dei figli con autismo

Cosa può fare la famiglia o un insieme di famiglie per agevolare l’inclusione nella società dei propri figli con autismo? Con il nostro Gruppo Genitori “Fuori dalle Bolle” cerchiamo di farlo ogni giorno. È necessario creare attorno ai nostri figli una cultura dell’accoglienza, della pazienza, della tolleranza, dell’ascolto, che in molti casi non è presente per la frenesia e la velocità della nostra vita normale. Siamo sempre di corsa, non abbiamo più il tempo per ascoltare e dedicarci veramente alle persone.

Ma i bambini con autismo hanno bisogno di questo: calma, tranquillità, ascolto, attenzione per i particolari. Quando si entra in un ambiente pubblico con un bambino con autismo (un negozio, un ufficio, una chiesa) sarebbe bello trovare persone preparate o almeno con una sorta di sensibilità a questo problema. Tutti sentono parlare di autismo, ormai è una parola che circola molto frequentemente anche alla televisione, nella politica, sui giornali. Si percepisce che è un problema di grandi dimensioni. Ecco che deve entrare in campo la famiglia: chi conosce il bambino meglio della famiglia? Nessuno. Chi conosce il suo funzionamento, le sue criticità, le sue debolezze, i suoi punti di forza, meglio della famiglia? Nessuno. La famiglia deve mettersi in gioco, andando nelle scuole, nella classe del proprio bambino a parlare con i compagni, con le maestre, con i collaboratori scolastici, e spiegare quali sono le caratteristiche del loro compagno speciale, come è possibile aiutarlo, come è possibile farlo sentire meno solo. Tutto deve partire dalla scuola. Solo creando un ambiente inclusivo già dalla scuola materna, è possibile far crescere bambini con una sensibilità e un giusto approccio verso i “nostri” bambini.

La famiglia poi deve creare occasioni per parlare con la gente che incontra: gli spunti possono essere tanti. La Giornata Mondiale dell’Autismo, un banchetto in piazza dove si vendono panettoni, colombe, lavoretti di Natale, un cinema con la possibilità di una discussione finale, un convegno aperto al pubblico dove si parla di autismo, un intervento nelle scuole, anche superiori, dove si possa avere la possibilità di parlare agli studenti, uno spettacolo di raccolta fondi, ma soprattutto di sensibilizzazione. Tutto questo possono fare le famiglie per permeare la comunità in cui vivono i bambini autistici di cultura dell’inclusione. Noi cerchiamo di fare tutto questo. Non è facile. Tante persone non capiscono, ma ce ne sono tantissime che ci aiutano e aiutano i nostri bambini ad avere una vita migliore.

Emanuela Nussio

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