Intervento

Giornata di preghiera contro la tratta: i governi si impegnino per mettere fine a questa piaga

La donna è una meraviglia, un’opera di Dio nata dal suo pensiero per rendere bella l’umanità. Quindi la donna va valorizzata nella sua dignità, nella sua laboriosità, nella sua genialità. La sua bellezza, la sua corporeità, sono una cosa sacra, un dono che non deve assolutamente essere abusato, mercificato o disprezzato. Ogni anno, la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta ci richiama l’importanza di promuovere il rispetto per le donne, per la loro dignità, riconoscere il loro importante contributo per la società.

Per il 2023, il tema scelto da un gruppo internazionale di giovani è “Camminare con dignità“. Vuol dire che siamo un’unica umanità, uomo e donna, una complementarietà fondamentale, necessaria. Ma se una delle due parti viene lesa, pensiamo al fenomeno della schiavitù, della tratta di esseri umani, della prostituzione schiavizzata, tutta l’umanità si imbarbarisce, diventa violenta. Riconoscere la dignità del prossimo vuol dire riconoscere la dignità del creato e di ogni creatura.

La Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta coincide con il giorno in cui la Chiesa celebra la memoria liturgica di Santa Giuseppina Bakhita, monaca sudanese che da bambina ha vissuto la traumatica esperienza di essere vittima della tratta di esseri umani. L’8 febbraio 2015, all’Angelus, Papa Francesco ha affermato che la tratta di esseri umani è “un flagello indegno della società” e ha pregato affinché i governi di tutti il mondo si impegnassero per mettere fine a questa piaga. I governi devono lavorare per difendere e promuovere la vita. Il primo fenomeno che evidenzia come le donne non sono rispettate, riguarda le tante creature concepite donne che nel grembo materno vengono soppresse. E’ la prima forma di inciviltà e una delle cause più forte della denatalità.

I governi sono al servizio della vita, del giusto. Non possono fare leggi ambivalenti o ipocrite. In particolare, il governo italiano per mettere la parola fine alla tratta di esseri umani non deve assolutamente legalizzare la prostituzione pensando così di risolvere il problema, è tutto il contrario. Ci deve essere un controllo rigoroso a monte, la donna deve essere tutelata e il cosiddetto cliente deve essere punito perché non ci sia più nessuno che pensa che sia lecito comprare e sfruttare il corpo di tante donne e tante bambine.

Paolo Ramonda

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