Le tappe che porteranno all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, il cui ammontare è, lo ricordiamo, di circa 230 miliardi, dei quali 200 della Comunità Europea più 30 miliardi stanziati dalle nostre finanziarie, consisteranno nell’approntare apposite riforme e piani, anche entro la fine dell’anno in corso. Vista la crisi in atto, auspicherei che non si verificasse un rallentamento in questo senso perché, si corre il rischio, vista la mancata realizzazione degli investimenti, di perdere delle tranche degli investimenti che ci verranno dati dall’Europa. Il mio augurio è che ci sia un’accelerazione degli investimenti nei diversi ambiti, ma c’è il pericolo molto forte di non poter avere le somme già previste per l’anno 2022.
Qualsiasi tipo di investimento nei settori più disparati produce un netto miglioramento nell’ambito dello sviluppo economico del paese nonché del reddito delle famiglie. I settori innovativi e della transizione energetica, ad esempio, sono estremamente importanti, alla luce della guerra in corso in Ucraina e il conseguente aumento dei costi delle materie prime. Vi sono però altri settori molto importanti su cui occorre fare degli investimenti, come l’innovazione informatica e il miglioramento delle infrastrutture, che rivestono un ruolo fondamentale per dare una risposta ai bisogni del paese e delle famiglie.
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