Opinione

L’appello dei giovani per la pace

Nel contesto internazionale attuale, fortemente lambito da fenomeni di terrorismo e da diversi conflitti, le ACLI, l’AGESCI, l’Azione Cattolica Italiana, la Comunità Papa Giovanni XXIII, il Movimento dei Focolari Italia e Pax Christi, in occasione della Pasqua, dedicano gli auguri alla pace. I Giovani delle Acli, da molti mesi, sono concentrati su questo tema in quanto, da sempre, lo vediamo come prioritario ed abbiamo accolto come uno sprone la dedica alla pace di un così nutrito numero di associazioni cristiane. La pace è un concetto ricorrente, profondo e ben articolato nelle religioni e un caposaldo nella fede di molte persone. Le festività che stiamo vivendo devono essere l’occasione per riflettere e condividere con gli altri il bisogno e il piacere delle buone relazioni che rappresentano il fondamento delle relazioni pacifiche tra i popoli. Vedo la Pasqua come l’inizio di un momento di allineamento importante il quale, nel prossimo mese, trova la sua realizzazione nelle più importanti festività dei principali monoteismi, che ribadisce l’importanza del dialogo interreligioso. Nello stesso tempo, ci troviamo davanti a un tempo delicatissimo, in cui si spera che possano attutirsi ed avviarsi ad una conclusione pacifica i conflitti in Ucraina e in Medio Oriente. Molti fedeli delle principali religioni monoteistiche sono coinvolti in queste guerre e, la Pasqua, deve rappresentare uno spunto e un’avanguardia di responsabilità verso la pace e la fraternità nonché un impegno a disinnescare i conflitti in atto.

Osare la pace nella quotidianità, per i giovani del nostro tempo, significa superare la paura di essere etichettati, non cedere alla tentazione delle polarizzazioni e andare oltre ai propri convincimenti personali, riconoscendo nel prossimo la garanzia del bene e del meglio, attraverso il dialogo e la comprensione reciproca. La Resurrezione racchiusa nella Pasqua deve essere declinata nei valori dell’agire attraverso la pace ed il suo recupero. Ai giovani deve essere chiaro che, lo sforzo per il conseguimento della pace, deve essere prioritario perché, in caso di guerra, i primi che ne pagano le conseguenze, sono gli innocenti e i più giovani nella compromissione del loro futuro. In assenza di pace si compromette il più grande diritto che i giovani hanno davanti a sé, ovvero un avvenire migliore. Il conseguimento della pace implica il coraggio delle giovani generazioni, le quali devono essere mediatrici e costruttrici di ponti.

Vittorio Artoni

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