Opinione

Anniversario convenzione Onu disabilità: cosa è cambiato in 16 anni

Nel mese di dicembre ricorre l’anniversario dell’approvazione della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità avvenuta nel 2006. L’obiettivo che sta alla base di questo trattato internazionale è stato ed è quello di combattere ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone con disabilità e fragilità. In occasione dell’anniversario occorre fare alcune riflessioni su come e quando sono nate, in Italia, le associazioni a tutela delle persone con disabilità perché, se siamo arrivati alla Convenzione Onu e stiamo proseguendo, con quotidiano impegno e fatica nel percorso di inclusione, lo dobbiamo, anche e soprattutto a chi, in passato, ha cominciato questa sfida di civiltà.

Le prime associazioni storiche di rappresentanza delle persone con disabilità sono nate a partire dalla seconda metà degli anni ’50 del secolo scorso e hanno visto un particolare sviluppo con l’inizio della fase della cosiddetta integrazione delle persone con disabilità, ovvero nel periodo che intercorre tra il finire degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80. L’epoca ha visto l’inizio di una collaborazione più stretta tra le istituzioni e il mondo dell’associazioni, portando all’approvazione della prima normativa sul collocamento mirato, la legge 482 del 1968, quella sull’invalidità civile nel 1971 con la legge 118 e quella sull’integrazione scolastica, ossia la legge 517 risalente al 1977.

A partire dalla legge 104 del 1992 invece, siamo giunti alla fase dell’inclusione delle persone con disabilità, che è stata ulteriormente rafforzata dal recepimento della Convenzione Onu da parte dell’Italia il 30 marzo 2007. Oggi, grazie al contributo di tutti, stiamo proseguendo e ampliando la vocazione iniziale che, a suo tempo, ha portato alla nostra nascita. Non possiamo e non dobbiamo però essere lasciati soli, ma dobbiamo, ancor di più, fare rete tra noi e le istituzioni, con l’obiettivo di diventare, tutti insieme, una società ancor più attenta alla fragilità in ogni sua forma.

Alda Cattelini

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