Muffa e topi negli alimenti, blitz dei Nas in un deposito sull’Ardeatina

Derrate alimentari in pessimo stato di conservazione, presenza di muffa, infiltrazioni di acqua piovana e infestazione di blatte e ratti. In tali condizioni sono stati trovati, nell’ambito di un’operazione condotta dai Nuclei antisofisticazioni e sanità dell’Arma dei Carabinieri (Nas), ben 3 depositi appartenenti a 3 diversi operatori commerciali di vendita all’ingrosso, di nazionalità extra Ue.

L’indagine dei militari, avviata verso la filiera commerciale in occasione del recente Giubileo, è stata indirizzata, attraverso un apposito programma di monitoraggio, sia verso gli esercizi di vendita al minuto che nei confronti di magazzini destinati all’importazione di derrate estere. Al termine dei controlli, è scattato il sequestro, l’ultimo dei quali comprensivo di ben 58 tonnellate di alimenti (perlopiù destinati a rivenditori etnici) conservati in un magazzino abusivo di circa 500 metri quadrati, in zona Ardeatina. La merce, pur regolarmente importata (nello specifico da Pakistan, Bangladesh e India), era stipata in ambienti posti in evidente stato di malsania. Alcuni prodotti, peraltro, presentavano tracce inequivocabili di morsi da parte di roditori, in particolare i sacchi di riso.

I due titolari della ditta, entrambi di origine bengalese, sono stati denunciati alle autorità giudiziarie, in virtù della pericolosità insita nella modalità di stoccaggio.

Non è la prima operazione portata a termine dall’Arma. Precedentemente, i Nas avevano attuato altre due confische verso altrettanti depositi alimentari, posti rispettivamente in zona Esquilino e Prenestina, per una requisizione complessiva di oltre una tonnellata di prodotti. Entrambi sequestri, pur rispondenti a casistiche leggermente differenti, si sono conclusi con la denuncia dei proprietari degli stabili alla Procura della Repubblica di Roma. Nel primo caso, infatti, il cibo conservato nel deposito era di origine animale e risultava importato illegalmente dalla Cina, in contravvenzione alle previste disposizioni, nazionali e comunitarie, di profilassi sanitaria; nel secondo, le derrate risultavano invece importate legalmente, ma presentavano lacerazioni negli involucri, tracce di deterioramento e, anche in questo caso, evidenti tracce della presenza di ratti.