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La Nuvola di Fuksas e quei due metri di troppo: una svista che potrebbe costare cara

Per realizzarla ci sono voluti 8 polemizzanti anni di lavori. Per il suo avviamento ufficiale come centro congressuale bisognerà attendere il 2018. In mezzo, un limbo di diatribe, opinioni discordanti, giudizi, e un’inaugurazione in diretta Rai forse troppo esagerata rispetto al giudizio complessivo sull’opera. Fatto sta che la cosiddetta “Nuvola di Fuksas”, nome comune del Nuovo centro congressi di Roma, c’è, è stata costruita nonostante tutto e nonostante tutti. E, addirittura, è stata realizzata due metri più in là del previsto. Un errore in fase di progettazione o in fase di costruzione? Se ne discute. Il problema però c’è, e transitando su Viale Europa, sensibilmente ristretta dallo schiacciamento perpetrato dalla Nuvola, risulta anche piuttosto evidente. Nella fattispecie, la pietra dello scandalo risulta essere il marciapiede alberato che, stranamente, occupa buona parte della carreggiata, causando una strettoia decisamente fuori contesto. A riportare la situazione, citando documenti che proverebbero l’errore, è stato il quotidiano “Repubblica”.

Danno milionario

In sostanza, a questo punto la situazione richiederebbe non solo il rifacimento del suddetto marciapiede, ma anche un lavoro di miglioramento relativo al dislivello di circa un metro che si sarebbe presentato a costruzione ultimata. Uno scenario che, a fronte degli oltre 300 milioni già spesi per realizzare la modernissima struttura, allarga ulteriormente il fronte delle polemiche, essendo tale condizione di impedimento ai lavori di demolizione del marciapiede, in quanto andrebbero a inficiare sulla stabilità dell’edificio. A questo punto, quindi, il nodo resta capire come e quando il problema possa essere risolto e se il prolungamento eventuale del cantiere possa ostacolare il pianificato avvio della attività congressuali nel 2018.

Le ipotesi per la Nuvola

Certo è che, qualora la situazione fosse in qualche modo confermata, il destino della già abbondantemente criticata nuvola assumerebbe aspetti ancora più incerti, essendo l’agibilità dell’edificio, a questo punto, decisamente più lontana dall’essere concessa. Inoltre, il suddetto errore farebbe incappare la costruzione anche nella violazione degli spazi nei quali il permesso di costruire era stato consentito. Sullo sfondo, la possibilità (ma per ora rimane tale) di realizzare un passaggio sopraelevato: allo stato attuale, dunque, una sinergia tra costruttori e autorità sembrerebbe la soluzione più adeguata. Di certo, resta da capire come mai nessuno, in otto anni di cantiere, sia mai riuscito ad accorgersi della svista.

redazione

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