Una vera e propria ricorrenza, ormai, quella dei “100 Presepi” di Roma. Una mostra che, nel pieno Centro storico della Capitale, riesce a coniugare la magica atmosfera che accompagna ogni rappresentazione della natività e il fascino delle diverse tradizioni che le contraddistinguono. Nonostante il titolo dell'esposizione parli di 100 opere in realtà sono 150, provenienti da tutte le Regioni italiane e da circa 40 Paesi esteri: un modo per dire come la festività del Natale non riguardi esclusivamente il nostro Paese ma rappresenti davvero un momento di unità e di fratellanza fra tutti i popoli. Fino al prossimo 7 gennaio, presso la Sala del Bramante della basilica di Santa Maria de Popolo (aperta tutti i giorni, anche festivi, dalle 10.00 alle ore 20.00), la 42esima Esposizione internazionale consentirà al pubblico di immergersi totalmente nell'atmosfera natalizia e, al contempo, di vivere letteralmente cento esperienze diverse, come diversi sono i presepi.
E' ogni anno sorprendente notare come la scena della Natività possa essere soggetta a tali multiformi interpretazioni, ognuna delle quali convogliata verso la raffigurazione di un episodio che resta unico. E' affascinante vedere come, di città in città o di Paese in Paese, possano variare stili e materiali senza perdere la devozione che accompagna ogni anno la fabbricazione del presepe. Una tradizione prettamente italiana ma, a quanto pare, apprezzata in tutto il mondo tanto che, ai “100 Prespi”, le partecipazioni straniere si fanno sempre più numerose. Quella avviata quest'anno sarà l'edizione numero 42 della mostra: un numero importante che, ancor di più, fa capire quanto e come tale tradizione sia radicata nel sentimento comune richiamando a sé persone da ogni parte del mondo.
Insomma anche quest'anno, tra capanne e baracche, case in pietra e migliaia di personaggi a fare da scenografia, la magia del presepe sarà a disposizione di cittadini e turisti. Un momento mai troppo utile, per ricordare non solo l'importanza del Natale e di ciò che tali opere rappresentano ma anche quanto una tradizione sia fondamentale per costruire l'identità di un popolo. Il quale, puntualmente, si raduna ogni anno per prendervi parte, in un meraviglioso periodo di comunione fra fede e costume.
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