I vescovi in aiuto del Costa Rica

Si è tenuto ieri un'incontro tra il Presidente della Repubblica del Costa RicaCarlos Alvarado, e l'arcivescovo di San Josémons. José Rafel Quirós con l'obiettivo di stabilire un dialogo sui diversi temi che riguardano la vita sociale del Paese. L'incontro è stata l'occasione per annunciare l'apertura di tavoli di dialogo con diversi settori politici e sociali dello Stato centramericano. Per il presidente Alvarado, “la Chiesa cattolica è un 'accompagnatore' di rilevo in questi dialoghi”. 

Il dissenso

Nel Paese dell'America Centrale da tempo sono aumentati malcontento e dissenso alla riforma dell'istruzione e del sistema scoltastico: il casus belli è stato, infatti, l'annuncio della “educazione duale”, vale a dire l'offerta di stage formativi in società gestite da privati a cui sono destinati gli studenti delle scuole superiori. Il governo vede nel progetto un ventaglio di opportunità per molti giovani in procinto di terminare gli studi. Non sono dello stesso avviso i critici al provvedimento, che ravvisano in tanti giovani una manodopera a basso costo, senza tutele per i diritti dei lavoratori, costretti a non completare un ciclo di studi regolare.

L'appello dei vescovi

I vescovi del Paese hanno colto l'urlo del popolo e, sul finire di giugno, la Conferenza Episcopale del Costa Rica  ha pubblicato un comunicato dal titolo emblematico: Beati quelli che lavorano per la pace. Lo scopo della nota è stato quello di entrare in dialogo con entrambe le parti, tenendo a mente uno spirito incentrato sulla persona umana, prima di tutto: “È il momento di iniziare un processo di dialogo sociale concreto e costruttivo, cercando sempre il bene comune, senza anteporre interessi personali, di gruppo o di potere” hanno chiesto i vescovi, sottolienando l'importanza dell'ascolto di tutti i gruppi interessati a dialogare per trovare soluzioni comuni. Secondo le Conferenza Episcopale, infatti, soltanto parlando e condividendo le istanze dell'altro, si può porre fine a ogni “tentazione di violenza“.  Quello che si propone la Chiesa nel Paese è la pace sociale, essenziale solo quando è frutto di una cooperazione e sinergia comuni.

I tavoli di dialogo

Partendo dall'appello della Chiesa, il governo ha deciso di intavolare trattative di dialogo con i diversi settori per soddisfare le esigenze e individuare soluzioni comuni. Come prerequisito, però, il Presidente Alvarado chiede la fine dei blocchi che, nati per esprimere il dissenso, rischiano di bloccare la macchina amministrativa e sociale del Costa Rica: “Non permetteremo che le famiglie e la produzione nazionale continuino a essere colpite” ha dichiarato Alvarado in un messaggio al popolo del Paese. Dalle dichiarazioni rilasciate, v'è tutta l'intenzione di aprire uno spiraglio di conciliazione: lo dimostra il fatto che ai tavoli di dialogo parteciperanno la Defensoría de los Habitantes, mentre i rappresentanti della Chiesa cattolica e altri attori istituzionali faranno da garanti.