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Zelensky: “L’avanzata russa è stata fermata”

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, fa nuovamente il punto sulla situazione della guerra, sostenendo l’arresto dell’avanzata russa da parte dell’esercito. Inoltre, a Bfm Tv, ha spiegato che le forze di difesa stanno costruendo “oltre 1.000 chilometri di fortificazioni”. Intanto, Kiev convoca l’inviato del Vaticano dopo le parole di Papa Francesco.

Zelensky: “Avanzata fermata”

“L’avanzata russa è stata “fermata”. Lo ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, spiegando che la situazione al fronte è “molto migliorata” e che le forze di difesa stanno costruendo “oltre 1.000 chilometri” di fortificazioni. Zelensky ha risposto stasera in un’intervista su Bfm Tv, all’ipotesi lanciata dal presidente Emmanuel Macron di eventuali truppe di paesi europei sul suolo ucraino: “Fino a quando l’Ucraina resiste – ha detto Zelenksy – l’esercito francese può restare sul territorio francese”. Il presidente ucraino ha poi voluto assicurare ai francesi: “I vostri figli non moriranno in Ucraina”, poiché, ha aggiunto, l’Ucraina non è membro della Nato.

Kiev convoca inviato del Vaticano

L’Ucraina ha convocato l’inviato del Vaticano dopo il discorso del Papa che ha invitato Kiev ad “alzare bandiera bianca”. “Visvaldas Kulbokas è stato informato che l’Ucraina è delusa dalle parole del Pontefice riguardo alla bandiera bianca e alla necessità di mostrare coraggio e negoziare con l’aggressore”, ha affermato in un comunicato il ministero degli Esteri ucraino dopo la convocazione del nunzio apostolico a Kiev.

La posizione della Germania

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha affermato di non essere d’accordo con le affermazioni del Papa sulla cosiddetta “bandiera bianca” dell’Ucraina. “Per quanto riguarda la guerra di aggressione russa contro l’Ucraina, la posizione della Germania è molto chiara”: Kiev “ha il diritto di difendersi e può contare sul nostro sostegno in tal senso, con molte opzioni”, ha premesso Scholz parlando a Berlino e rispondendo in una conferenza stampa alla domanda su “come reagisce alle affermazioni del Papa”.

Paolin:” Non dimenticare il contesto”

“L’appello del Pontefice è che ‘si creino le condizioni per una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura’. In tal senso è ovvio che la creazione di tali condizioni non spetta solo ad una delle parti, bensì ad entrambe, e la prima condizione mi pare sia proprio quella di mettere fine all’aggressione. Non bisogna mai dimenticare il contesto, la domanda che è stata rivolta al Papa, il quale, in risposta, ha parlato del negoziato e, in particolare, del coraggio del negoziato, che non è mai una resa”. Lo dice il segretario di stato vaticano, il card. Pietro Parolin al Corriere.it.

L’appello del Papa per una soluzione negoziata in Ucraina “è abbastanza comprensibile”, ma Kiev continua a rifiutare una tale ipotesi. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Interfax.

redazione

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