Non si ricandiderà, Jean Pierre Mustier, alla guida del gruppo Unicredit. L’attuale Ceo, infatti, ha deciso di lasciare al termine del suo mandato, che scadrà il prossimo aprile. A spiegarlo è lo stesso Mustier, secondo il quale la “strategia del Piano Team 23 e i suoi pilastri fondanti non sono più in linea con l’attuale visione del Cda“. Per questo, riferisce, “ho preso la decisione di lasciare il Gruppo alla fine del mio mandato ad aprile 2021, in modo da consentire al Consiglio di definire la strategia futura”. Alla ricerca di un nuovo Ceo, provvederanno il presidente designato di Unicredit, Pier Carlo Padoan, e il Consiglio di amministrazione, che guideranno il percorso di selezione.
“Con i colleghi del gruppo Unicredit – riferisce Mustier nella stessa nota – negli ultimi anni abbiamo realizzato con successo il piano Transform 2019 e, di conseguenza, siamo in una posizione forte per continuare a supportare i nostri clienti e le comunità in tutti i nostri Paesi restando un vero Gruppo pan-Europeo vincente”. Una notizia nell’aria da alcuni giorni, ma concretizzatasi nelle ore scorse. Tanto che anche il titolo di Unicredit a Piazza Affari era crollato di quasi il 5%. Nel corso della sua gestione, Mustier è riuscito a riportare Unicredit su standard elevati, puntando soprattutto sul risanamento di bilancio e la semplificazione della struttura organizzativa. Un risollevamento finanziario interrotto dall’avvento della pandemia.
Nominato nel 2016, dopo aver ricoperto il ruolo di Vicedirettore generale e responsabile della Corporate and Investment Banking dal 2011 al 2015, Mustier ha garantito che manterrà l’incarico fino alla fine del suo mandato. Così che la transizione della posizione avvenga in modo ordinato. Ora, presidente designato e Cda si impegneranno per cercare un sostituto entro breve “sia all’interno che all’esterno del gruppo, seguendo un processo di selezione accurato e rigoroso che riflette l’impegno del Gruppo per assicurare una solida governance aziendale”. In ballo i nomi di Fabio Gallia, ex capo di Bnl, e Marco Morelli, ex Mps.
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