O si parla o non si parla. Sarà questa la ricetta che i moderatori del prossimo (e ultimo) dibattito fra Joe Biden e Donald Trump adotteranno. Una panacea volta a scongiurare scene non proprio apprezzabili, come quelle del primo scontro a Cleveland, e garantire un faccia a faccia nel rispetto del diritto di parola. In sostanza, i microfoni verranno disattivati, per chi ha appena detto la sua, quando il candidato rivale inizierà la sua replica. Una soluzione di compromesso che, naturalmente, dovrà essere verificata alla prova dei fatti. Gli organizzatori della sfida fra i due candidati, appositamente riunitisi per decidere in che modo scongiurare brutte sorprese, dovrebbe togliere l’audio solo in alcune circostanze. Tentando così di non creare troppo disagio e, al contempo, evitare accavallamenti fra Trump e Biden.
Secondo quanto riferito dalla Cnn, che cita una fonte vicina alla commissione, la decisione è stata unanime. “Non si tratta di una modifica alle regole, ma piuttosto di una mossa per promuovere il rispetto delle regole concordate da entrambe le campagne”. La rete statunitense si dice convinta che, probabilmente, la decisione farà arrabbiare il presidente americano, già avviato al prossimo dibattito con in tasca una delusione incassata dalla Corte Suprema. Il massimo organo giudiziario americano infatti, ha decretato che i voti per posta in Pennsylvania verranno conteggiati se perverranno entro tre giorni dall’election day anche se privi di un timbro postale leggibile. L’esatto opposto di quanto chiesto dai Repubblicani, che premevano per conteggiare esclusivamente le schede pervenute entro il giorno delle votazioni. Polemiche anche sulla decisione di tenere fuori la politica estera dal dibattito. E, da parte di Trump, persino sulla conduttrice Keisten Walker, definita una “democratica radicale”.
A ogni modo, perlomeno sul fronte dei microfoni senza audio, Trump sembrerebbe disposto ad incassare il colpo. Il direttore delle comunicazioni della campagna elettorale del presidente, Tim Murtaugh, ha infatti stigmatizzato la decisione degli organizzatori, tacciando un “tentativo di fornire vantaggio al loro candidato favorito”. Sostenendo, al contempo, che Donald Trump resta “impegnato a discutere di Joe Biden” indipendentemente dal cambiamento.
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