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Teatri e cinema chiusi, Franceschini: “Impegno affinché lo stop sia breve”

“Mi ha colpito che proprio il ministro della Cultura abbia giustificato la chiusura dicendo che dobbiamo salvare vite umane. Io dico che certo, è vero, vogliamo salvare vite umane. Ma basta essere andati al cinema o al teatro, in queste settimane, per capire che non sono posti dove si rischia di morire, ma dove si impara a vivere meglio”. Questa la chiosa del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, sulla decisione del governo di inserire nel Dpcm anti-Covid la chiusura di cinema, teatri e altri luoghi di cultura. Un tema sul quale in giornata è tornato anche il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, che ha ribadito come l’essenziale sia la salute degli italiani. “Forse chi critica non ha capito la gravità della situazione che stiamo vivendo”, spiega il ministro in un video su Facebook, nel quale comunque ribadisce il suo impegno affinché “lo stop sia il più breve possibile“.

Le ragioni di Franceschini

“Dopo il Dpcm di ieri – ha detto Franceschini -, che ha comportato la chiusura di tante attività, tra cui cinema e teatri, ho ricevuto molti appelli del mondo della cultura, ho letto proteste, ho letto articoli, ho ricevuto attacchi. Tutto comprensibile, perché c’è una grande preoccupazione, quella del valore simbolico molto negativo della chiusura dei luoghi della cultura come i cinema e i teatri”. Fra coloro che avevano invocato un ripensamento, previo confronto, sulla questione dei luoghi di cultura anche il presidente dell’Agis, Carlo Fontana. Istanze che il ministro ha spiegato di aver preso in considerazione, comprendendone i motivi. “In particolare in un Paese come l’Italia che ha la cultura al centro della propria essenza e della propria natura. Ma anche la preoccupazione per i danni materiali che potranno ricevere i lavoratori e imprese del settore, quelli più conosciuti e quelli meno conosciuti soprattutto”.

Dibattito in corso

Proprio l’Agis aveva reso noti i numeri sull’andamento della pandemia nei luoghi della cultura, indicando sia l’esiguo numero di contagi che gli investimenti fatti per garantire la sicurezza di teatri e cinema. “Io vorrei rispondere alle osservazioni che ho ricevuto – ha detto ancora Franceschini – con la stessa franchezza con cui le critiche o le osservazioni sono state rivolte a me: io ho l’impressione che non si sia percepita la gravità della crisi”. Un punto sul quale non converge l’ex premier Renzi, che ha annunciato una richiesta di modifica del Dpcm. Mirata proprio sul punto dei luoghi di cultura, ristorazione e attività fisica. “Serve far funzionare in modo efficiente e sicuro la macchina dei test – ha detto -, non chiudere i teatri e i ristoranti che rispettano le regole, perché questo crea un effetto a catena in tanti settori. Va compresa l’inquietudine di chi non sa cosa accadrà domani”.

Damiano Mattana

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