Primo piano

Studio Gimbe: “Italia spende poco in sanità pubblica, fanalino di coda del G7”

Nel 2021 la spesa pubblica pro-capite per la sanità nel nostro Paese è ben al di sotto della media in Europa. Con 3.052 dollari per cittadino rispetto a 3.488 della media dei Paesi OCSE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) siamo, infatti, al 16/mo posto.

A certificare che “poco è cambiato rispetto all’era pre-Covid” è il 5° rapporto Gimbe sul Servizio Sanitario Nazionale, presentato oggi alla Sala Capitolare del Senato.

Cartabellotta: “Impietoso il confronto con i Paesi del G7”

Impietoso – commenta Nino Cartabellotta, presidente Gimbe – il confronto con i Paesi del G7 sulla spesa pubblica: dal 2008 siamo fanalino di coda con gap sempre più ampi e oggi divenuti incolmabili”. Una tendenza confermata dalle previsioni del Def 2022 e della NaDEF 2022 che nel triennio 2023-2025 prevedono una riduzione della spesa sanitaria media dell’1,13% per anno e un rapporto spesa sanitaria/pil che nel 2025 precipita al 6,1%, ben al di sotto dei livelli pre-pandemia”.

La pandemia ha confermato il “cagionevole stato di salute del Servizio sanitario nazionale, facendo emergere la fragilità dell’assistenza territoriale. “Tuttavia – sottolinea Cartabellotta – se nel pieno dell’emergenza tutte le forze politiche convergevano sulla necessità di potenziare la sanità, ora questa è di nuovo messa all’angolo”. In vista della formazione del nuovo governo “c’è urgente necessità di rimettere la salute al centro dall’agenda”, in quanto “pilastro della democrazia”.

A questo scopo Gimbe ha messo a punto un piano di riforme, che parte dal rafforzamento delle capacità di indirizzo e verifica dello Stato sulle Regioni e dal rilancio di un finanziamento pubblico consistente e stabile per la sanità. Tra i punti essenziali, il rilancio delle politiche sul personale sanitario, la riduzione delle inefficienze e il riordino della sanità integrativa.

Milena Castigli

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