QUEGLI ADOLESCENTI PRONTI A MORIRE

Due adolescenti di Nizza sospettate di stare pianificando un attacco terroristico, guidate da Rachid Kassim, il jihadista ritenuto il mandante di una serie di attentati in Francia, sono state arrestate. Le due hanno 17 e 19 anni e vivono nella stessa area di Mohamed Lahouaiej Bouhlel, il tunisino che il 14 luglio scorso travolse con un Tir e uccise 86 persone sul lungomare di Nizza. “Hanno ammesso di aver in mente di organizzare un attentato, poi hanno lasciato perdere”, riferisce una fonte investigativa.

Appena dieci giorni fa tre minorenni sono stati arrestati dalla polizia a Parigi. Uno dei ragazzi è sospettato, così come gli altri due, di “preparare un attentato” ed è accusato di associazione per delinquere a scopi terroristici.

Anche la polizia britannica ha arrestato due adolescenti di 14 e 16 anni sospettati di preparare attentati. I due giovani sono stati fermati tempo fa a Manchester in due blitz delle forze dell’ordine e sono stati rilasciati su cauzione in attesa di comparire davanti al giudice. Nei giorni scorsi a Dover, in un’altra operazione della polizia, sono state arrestate sei persone: anche in questo caso si sospetta che gli arrestati stessero preparando attentati terroristici.

C’è poi il caso eclatante della strage del 22 agosto durante la festa di un matrimonio a Gaziantep in Turchia, che sarebbe stata eseguita da un bambino tra i 12 e i 14 anni. “Si è fatto esplodere (…) aveva esplosivi addosso che si accendono a distanza)”, ha detto Erdogan, aggiungendo che le inchieste puntano allo Stato Islamico come responsabile dell’azione. E poche ore dopo, un altro bambino, di circa 12 anni, vestito con la maglia numero 10 del Barcellona di Lionel Messi, è stato bloccato a Kirkuk, capitale del Kurdistan iracheno, prima di attivare gli esplosivi che aveva sul petto.

Fino a luglio del 2015, l’Osservatorio siriano dei diritti umani ha registrato 19 casi di attentati suicidi con minorenni. Un altro report, presentato a febbraio del 2015 dal Comitato delle Nazioni Unite per i diritti dei bambini, sostiene che lo Stato Islamico utilizza in Irak bambini con handicap mentali come scudo umano e kamikaze.

Secondo le Nazioni Unite, a febbraio del 2014, circa 300mila bambini erano usati come soldati da gruppi militari nel mondo. Un fenomeno presente in Afghanistan, Colombia, Costa d’Avorio, Filippine, India, Irak, Libano, Libia, Mali, Myanmar, Pakistan, Repubblica Centroafricana, Repubblica Democratica del Congo, Sudan, Sudan del Sud, Siria, Tailandia e Yemen.

A marzo del 2016, è stato presentato al Parlamento britannico uno studio sui bambini dello Stato Islamico firmato dalla Quillian Foundation, dalle Nazioni Unite e dall’associazione creata dal generale Roméo Dallaire. Il report contiene 254 video con bambini arruolati da Isis tra 10 e 15 anni.