Alta tensione in Russia dove è stato nuovamente arrestato a Mosca Aleksei Navalny, leader dell’opposizione al presidente Putin. La notizia è stata data dalla moglie con un tweet. Il blogger è stato fermato sulla porta di casa mentre si stava recando alla manifestazione contro la corruzione organizzata nella capitale russa. Navalny ha incitato i suoi sostenitori a non variare i programmi. E sono numerose in tutto il Paese le proteste contro lo “zar”.
La gente è scesa in piazza nella regione degli Altai, in Tatarstan, in Siberia e nel Lontano Oriente. A Khabarovsk la dimostrazione, autorizzata, si è svolta senza incidenti. A Yuzhno-Sakhalin c’è stato un picchetto e anche qui senza disordini. A Blagoveshchensk, invece, la polizia ha arrestato un manifestante che aveva uno striscione con scritto “Russia senza corruzione”; altri partecipanti gridavano “vergogna” mentre le forze dell’ordine lo portavano via. Sono informazioni che ha riportato Leonid Volkov, braccio destro di Navalny, durante la diretta video trasmetta sul canale Youtbe “Navalny live”. A Novosibirsk, la polizia ha arrestato un attivista, come pure ad Abakan. A Vladivostok si è manifestato nello stesso luogo in cui i cosacchi avevano organizzato un evento per il Giorno della Russia, che si celebra oggi. L’opposizione ha riferito dell’uso della violenza da parte dei cosacchi, “visibilmente ubriachi”, e che hanno cercato di rompere l’apparecchiatura di un giornalista.
Ma è a Mosca e S. Pietroburgo che si registrano le principali tensioni. Navalny ha deciso di spostare il luogo della protesta da quello approvato dalle autorità, la Prospettiva Sakharov, a uno non concordato con l’amministrazione comunale, la centralissima via Tverskaya, a pochi passi dal Cremlino. Sono 121 i manifestanti fermati nella capitale. A riportare il numero degli arresti è il sito Ovd-Info che monitora i casi di repressione. In piazza a Mosca sono scesi numerosi giovani, anche molti adolescenti accompagnati dai genitori. In molti, portavano la bandiera della Russia in mano, allacciata al collo o disegnata in volto; era stato lo stesso leader dell’opposizione a chiedere ai suoi sostenitori di scendere in strada sotto il tricolore nazionale. Numerosi gli agenti antisommossa che molto spesso si sono mischiati con la folla di manifestanti. Tra gli slogan che hanno unito la piazza: “Putin ladro!”, “uno, due, tre Putin vai via”, “Medvedev dimettiti”, “una Russia senza corruzione”.
Numerosi anche i fermi a S. Pietroburgo. Lo stesso Ovd-Info parlava di 137 ma secondo il corrispondente della testata locale Fontana sarebbero almeno 300: la fonte giornalistica riferisce di sei autobus pieni ognuno di 50 persone che dai finestrini dicono di non sapere dove verranno portate.
Diverse fonti indipendenti, tra cui l’organizzazione Open Russia, postando su Twitter video dell’intervento delle forze speciali, hanno denunciato che gli Omon, le unità speciali anti-sommossa, hanno fatto largo uso di manganelli contro i manifestanti a Mosca.
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