Primo piano

Papa Francesco, la preghiera del Rosario in mondovisione per la fine della pandemia

“Contemplare insieme il volto di Cristo con il cuore di Maria, nostra Madre, ci renderà ancora più uniti come famiglia spirituale e ci aiuterà a superare questa prova”. Con queste parole Papa Francesco si era rivolto ai fedeli per il mese di maggio 2020, in una lettera stilata ad aprile e volta a incoraggiare la preghiera del Rosario e l’invocazione della Vergine Maria per la fine della pandemia, alla vigilia della domenica di Pentecoste. Cinquanta giorni dopo una Pasqua celebrata senza fedeli in San Pietro. Una diretta in mondovisione, dalla Grotta di Lourdes nei Giardini Vaticani, promossa dal Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione sul tema “Assidui e concordi nella preghiera, insieme con Maria (At 1,14)”. Una preghiera per l’umanità, come fu nei giorni del picco dell’emergenza, quando Papa Francesco invocò l’intercessione di Maria in una Piazza San Pietro deserta e battuta dalla pioggia.

Le decine

Le decine saranno recitate da alcune donne e uomini in rappresentanza di varie categorie di
persone particolarmente toccate dall’emergenza sanitaria causata dal COVID-19. Esponenti del personale sanitario, il più esposto e il più operoso nei giorni duri dell’emergenza piena, un medico e un’infermiera; una persona guarita e una che ha perso un famigliare, per tutti coloro che sono stati toccati personalmente dal coronavirus; un sacerdote, cappellano ospedaliero, e una suora infermiera, per tutti i sacerdoti e le persone consacrate vicini a quanti sono provati dalla malattia; una farmacista e una giornalista, per tutte le persone che anche nel periodo della pandemia hanno continuato a svolgere il proprio servizio in favore degli altri; un volontario della Protezione Civile con la propria famiglia, per quanti si sono adoperati per far fronte a questa emergenza e per tutto il vasto mondo del volontariato; e una giovane famiglia, a cui è nato, proprio in questo periodo, un bambino.

DM

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