E’ stato condannato in primo grado all’ergastolo Vincenzo Paduano, il 28enne che, il 29 maggio di un anno fa, uccise brutalmente la sua ex fidanzata, Sara Di Pietrantonio. Dopo due ore di camera di consiglio, la sentenza di primo grado a carico dell’ex guardia giurata è stata emessa a conclusione del processo con rito abbreviato condotto dal Gup Gaspare Sturzo. Paduano, al quale non sono state concesse attenuanti, non era presente in aula al momento della sentenza. Ha partecipato, invece, la madre di Sara, Concetta: “Si tratta di una sentenza giusta e morale. Un primo gradino importante. Ho vissuto in apnea per circa un anno adesso una boccata d’aria fresca ma tornerò subito in apnea perché Sara non me la ridarà nessuno”.
La studentessa 22enne venne aggredita sulla strada verso casa, in Via della Magliana, dopo aver accompagnato il suo nuovo fidanzato: Paduano, dopo averla attesa nell’oscurità, ha speronato la sua auto, costringendola a scendere, per poi strangolarla e darle fuoco assieme alla vettura. Un omicidio orribile, per il quale il pm della Procura di Roma, Maria Gabriella Fazi, ha chiesto l’ergastolo con isolamento diurno per 6 mesi nei confronti della guardia giurata. Secondo quanto emerso dall’inchiesta, nei giorni precedenti al delitto e, in generale, dopo essere stato lasciato, Paduano avrebbe messo in atto una vera e propria persecuzione nei confronti di Sara, controllandone i movimenti e inviando messaggi minatori, tanto che uno dei legali dell’accusa lo ha definito “uno stalker seriale”.
Tre udienze, solo una delle quali partecipata dall’omicida il quale, durante il dibattimento del 7 aprile scorso, si era detto “pentito” di quanto successo, chiedendo scusa alla famiglia della giovane e affermando di non volere sconti di pena. L’accusa di omicidio volontario premeditato, come spiegato nelle precedenti udienze dal pm Fazi, sarebbe provato proprio dalle vessazioni che, nei giorni precedenti all’omicidio, avevano reso un inferno la vita di Sara. Su Paduano, sono state inoltre lanciate le accuse di incendio e distruzione di cadavere, oltre che di stalking. Qualche ora prima dell’omicidio, inoltre, il killer aveva pubblicato un inquietante post su Facebook, dal quale era possibile intuire le sue intenzioni.
Per quasi un anno, Paduano non ha dato segni concreti di pentimento, relegando le sue scuse alla famiglia di Sara esclusivamente nel corso dell’udienza conclusiva. L’omicidio, Paduano lo consumò nonostante le implorazioni della sua ex fidanzata la quale, scendendo dalla sua auto, cercò di attirare l’attenzione di altre due vetture che, nel frattempo, transitavano sulla via senza però fermarsi. Nei giorni immediatamente precedenti, la ragazza aveva tentato, invano, di far ragionare il suo ex, spiegando che il suo comportamento le faceva paura. Tutto inutile. I legali del killer, nel corso dell’ultima udienza, avevano anche contestato il reato di distruzione di cadavere in quanto, secondo quanto da loro spiegato, il corpo di Sara “aveva solamente delle ustioni”.
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