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Malawi, almeno 225 vittime del ciclone Freddy

Il Malawi è in ginocchio dopo il passaggio del ciclone tropicale Freddy che ha sconvolto il Paese con pesanti piogge, inondazioni e allagamenti, lasciando un pesante bilancio, ancora provvisorio, di almeno 225 morti, oltre settecento feriti e 88.300 sfollati. Numeri eccezionali per questa nazione del sudest dell’Africa, senza sbocchi sul mare, tra le più povere del continente e densamente popolata.

“Tragedia nazionale”

Una tragedia di proporzioni immani ricordata oggi dal Papa all’udienza generale dove ha pregato per le popolazioni colpite. Il presidente Lazarus Chakwera, che ha dichiarato due settimane di lutto nazionale, ha chiesto aiuti internazionali. Parlando da Blantyre, la capitale economica del Paese ed epicentro del disastro, il capo dello Stato ha evocato una “tragedia nazionale”.

Stato di calamità

Il governo ha annunciato lo stato di calamità nei 10 distretti più colpiti dalla tempesta che ha spazzato via molte case, costringendo migliaia di persone a trovare rifugi di fortuna. Numerose scuole e chiese sono state trasformate in rifugi di emergenza, con l’apertura di 165 centri in totale. “Le inondazioni sono il problema più grande”, ha detto alla France Presse Felix Washon, portavoce della Croce Rossa locale, che guida le operazioni di soccorso. “Raggiungere coloro che sono intrappolati con ponti distrutti e alti livelli d’acqua è una sfida”, ha aggiunto. Le autorità temono che il bilancio delle vittime possa aumentare, poiché alcune aree rimangono isolate a causa della pioggia incessante e dei forti venti.

Il ciclone

Freddy, che ha attraversato l’Africa meridionale due volte in tre settimane, ha stabilito una serie di primati e si è visto attribuire dall’americana Nasa il record della più grande quantità di energia mai registrata in un singolo sistema meteorologico nell’emisfero australe. Materializzatosi all’inizio di febbraio a nord dell’Australia, il ciclone ha percorso tutto il sud dell’Oceano Indiano passando non lontano dalle isole Mauritius e di La Reunion prima di approdare in Madagascar il 21 febbraio e colpire il Mozambico il 24, causando anche qui decine di vittime. Freddy, contrariamente ad altri cicloni, ha poi fatto dietrofront ed è andato a ricaricarsi a est traendo energia dalle acque calde dell’Oceano Indiano, per ripartire poco dopo in piena forza verso l’Africa. Secondo le Nazioni Unite il ciclone ha colpito più di 11 mila persone in Malawi, alle prese da un anno con la peggior epidemia di colera che ha già causato oltre 1.600 morti.

Fonte Ansa

redazione

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