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Madagascar, emergenza umanitaria dopo il ciclone Batsirai

Emergenza umanitaria in Madagascar in seguito ai danni provocati dal ciclone Batsirai che sabato scorso ha colpito il sud-est e il centro della repubblica insulare che si trova nell’Oceano indiano. Decine di migliaia di persone sarebbero sfollate e tra le 92 vittime – a ieri – ci sarebbero 13 bambini, secondo quanto afferma l’Agenzia delle Nazioni unite per l’infanzia (Unicef). Il Paese, dove il 77% della popolazione vive con meno di un dollaro al giorno, che nel sud è colpito da una grande siccità, ancora risentiva degli effetti di una tempesta tropicale precedente, Ana.

Cos’è successo

Il ciclone ha attraversato il Madagascar nella notte da sabato a domenica, prima interessando un’area costiera lunga 150 chilometri, scarsamente popolata e agricola, spostandosi poi verso il centro dell’isola, devastando l’area dove si coltiva il riso e facendo esondare i fiumi.

Le vittime

Secondo le autorità locali i morti, a ieri, sarebbero 92. L’Ufficio nazionale per la gestione dei rischi e dei disastri ha reso noto il bilancio nel pomeriggio di ieri: tra i decessi, 71 sono stati registrati nel distretto di Ikongo.

Gli sfollati

Sono circa 75mila le persone, la metà dei quali bambini, bisognose di assistenza umanitaria a cui l’Unicef e i suoi partner sull’isola stanno portando soccorso. Cifra destinata a salire, secondo l’Unicef, perché alcune aree del Paese risulterebbero irraggiungibili. Tra i bisogni più urgenti ci sono acqua sicura e servizi igienici adeguati, medicinali, cibo, utensili per cucinare e altri articoli domestici di base per la sopravvivenza. “Non conosciamo ancora bene la portata di questa crisi, ma è chiaro che ricostruire vite e infrastrutture richiederà sforzi intensi”, ha detto il rappresentante dell’Unicef in Madagascar Jean Francois Basse.

I bambini

“Decine di scuole e centri medici sono stati danneggiati o distrutti da Batsirai, con un impatto diretto sulla vita dei bambini”, ha detto ancora Basse. Le ultime indicazioni parlano di 13 bambini morti, stando ad un comunicato dell’agenzia Onu per l’infanzia.

Lorenzo Cipolla

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