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Caos M5s, arriva la resa dei conti: si decide su Di Maio

Giornata caldissima per il Movimento 5 stelle, i cui vertici dovrebbero riunirsi in serata per un consiglio straordinario. A dare i tempi è stato il vicepresidente Alessandra Todde, intervenuta a SkyTg24. Secondo il viceministro allo Sviluppo economico, l’ipotesi principale non è quella di mettere in discussione il ruolo di Di Maio nel Movimento. Piuttosto, dibattere sulle “posizioni che sta prendendo lui pubblicamente senza confronto interno”. Eppure, il consiglio atteso in queste ore ha tutta l’aria di una resa dei conti. E in parte lo conferma la stessa Todde, secondo la quale “è pretestuoso dire che la nostra forza politica può costituire un problema per la sicurezza nazionale”. Il nodo sembra comunque decisamente intricato per essere sciolto con una stretta mano. Ufficialmente, all’ordine del giorno della riunione c’è la discussione sulla linea politica da tenere sulla risoluzione di maggioranza, con vista sulle comunicazioni del premier Draghi.

Scontro nel M5s

Ufficiosamente, invece, l’elenco prevede anche la discussione sul futuro dell’ex capo politico e ora ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, sulla sua permanenza all’interno del M5s. Difficile ipotizzare una reale espulsione ma anche un’eventuale presa di posizione ufficiale contro l’influenza del ministro sulla linea politica del Movimento sarebbe comunque un passo importante. Il quale andrebbe a segnare la definitiva scissione fra chi appoggia la linea del ministro e chi, invece, sostiene quella dell’attuale capo politico, Giuseppe Conte. La resa dei conti è arrivata dopo i reciprochi attacchi dei giorni scorsi fra i due leader, con scintilla scoppiata quando il ministro si è dissociato dal testo contenente la bozza di risoluzione che chiedeva al Governo lo stop all’invio di armi a Kiev.

Le parole di Di Maio

Al momento, non è chiaro quale sarà la linea che adotterà il M5s nei confronti del suo ex capo politico. Il quale, nel frattempo, stigmatizza la decisione di un consiglio di emergenza: “I dirigenti della prima forza politica in Parlamento, invece di fare autocritica, decidono di fare due cose: attaccare, con odio e livore, il ministro degli Esteri e portare avanti posizioni che mettono in difficoltà il Governo in sede Ue. Un atteggiamento poco maturo che tende a creare tensioni e instabilità all’interno del Governo. Un fatto molto grave”.

Damiano Mattana

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