Primo piano

L’Inter vola a Istanbul

Luci a San Siro, e sono nerazzurre. L’Inter è in finale di Champions League dopo un cammino straordinario. Dal girone di ferro superato a pieni voti fino al doppio derby degli ultimi otto giorni. Devastato il Milan sul piano del risultato, del gioco, della qualità. Inzaghi incarta Pioli, e quella nerazzurra è una grande lezione di calcio. Al ritorno decide un gran gol di Lautaro Martinez, dopo quelli di Dzeko e Mkhitaryan nella gara di andata. Trionfo Inter, la festa sotto la Nord. Contro tutto e tutti, contro lo stesso pronostico, l’Inter è in finale. Strameritatamente.

Le scelte di Inzaghi e Pioli

Il tecnico nerazzurro conferma lo stesso schieramento andato in campo nel derby di andata vinto per 2-0. Nel suo 3-5-2, davanti ci sono Lautaro Martinez e Dzeko, Calhanoglu in regia con ai fianchi Barella e Mkhitaryan. Dumfries a destra, Dimarco a sinistra. Dietro, davanti a Onana, Darmian, Acerbi e Bastoni.

Pioli invece può sorridere per il recupero di Leao che agisce nel 4-2-3-1 del tecnico rossonero nei tre, con Messias (preferito a Saelemaekers) e Brahim Diaz, alle spalle di Giroud. Tra i pali Maignan, in difesa c’è Thiaw con Tomori, ai lati Calabria a destra e Theo Hernandez a sinistra. Direzione di gara affidata al francese Clement Turpin. Si parte dal 2-0 nerazzurro dell’andata con rotta Istanbul, la finale del 10 giugno.

Gran ritmo ma partita bloccata

Inter e Milan ripartono a spron battuto nel derby di ritorno, ma all’intervallo il punteggio è fermo sul risultato iniziale. Il match si apre subito con una percussione nerazzurra, con Maignan reattivo su Dzeko. Dalla parte opposta ci prova Theo Hernandez, palla alta,  poi occasione per Brahim Diaz che calcia dall’altezza del dischetto, gran riflesso di Onana. L’Inter è attenta, concede poco, e col passare dei minuti prende in mano il boccino del gioco. Turpin fa giocare quasi sempre. Nel finale prova ad accendersi Leao che incrocia sul palo più lontano, palla che fa la barba al montante.  Dzeko è illuminato, altra incornata e altra super parata di Maignan. Al tramonto del match, l’ultimo brivido, ma è per la panchina nerazzurra, perché Mkhitaryan finisce a terra e chiede il cambio. Dentro Brozovic. Il Milan non graffia, Inter a quarantacinque minuti dal sogno.

Decide Lautaro

L’Inter è messa bene in campo, il Milan non trova spazi e ai nerazzurri va bene così. La forza dei nervi distesi anima l’undici di Inzaghi che la gestisce davanti ad un Milan impalpabile che non riesce ad alzare il ritmo. Un’ora di gioco, il copione non cambia, la San Siro nerazzurra si scalda e vede vicino il traguardo. Cambio nel MIlan, fuori Thiaw, dentro Kalulu. Cambia anche Inzaghi fuori Dzeko e Dimarco, dentro Lukaku e Gosens. Cambia nulla tatticamente. Quindici minuti alla fine, il Milan non decolla, l’Inter sì e la San Siro nerazzurra può esplodere. Lukaku controlla un difficile pallone in area poi sulla pressione, scarica su Lautaro Martinez, sinistro mortifero che trova impreparato Maignan: 1-0 e al Meazza inizia la festa nerazzurra. Doppio cambio per Inzaghi: fuori Lautaro e Barella, dentro Correa e Gagliardini quando il cronometro dice che ne mancano sei. Tanta, troppa Inter per un Milan che anche stasera ha mostrato tutti i suoi limiti. Doveva fare la partita e non l’ha fatto. Merito dell’Inter e dell’ennesima tattica di Simone Inzaghi che ha bloccato i rossoneri sul nascere, ha controllato senza mai subire, per colpire al momento opportuno. Vince, stravince l’Inter e le luci a San Siro, sono nerazzurre. Il 10 giugno a Istanbul si giocherà la Champions League. Con pieno merito perché ha stradominato nei 180 minuti e merita di festeggiare questo traguardo.

Massimo Ciccognani

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