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Libia, almeno 13 morti in scontri tra milizie a Tripoli

E’ di almeno 13 morti, di cui tre civili compreso un bambino di 11 anni, e 30 feriti il bilancio aggiornato di scontri armati tra miliziani rivali a Tripoli cominciati la scorsa notte ma continuati anche nella giornata di oggi. I feriti sono 30. Lo rendono noto fonti mediche. Sparatorie sono avvenute nel pomeriggio nell’est della capitale libica, vicino al campus dell’Università di Tripoli. A fronteggiarsi sono due importanti gruppi armati dell’ovest della Libia, la Forza al-Radaa e la Brigata dei Rivoluzionari di Tripoli.

Voli sospesi

L’aeroporto di Mitiga sospende i voli mentre si rinnovano pesanti scontri nei quartieri Saba’a e Ain Zara di Tripoli”. E’ quanto scrive il The Libya Observer su Twitter in riferimento agli intensi scontri armati tra milizie rivali in corso a Tripoli da questa mattina in diverse aree della città.

Onu: “Profonda preoccupazione”

La missione di sostegno dell’Onu in Libia (Unsmil) ha espresso “profonda preoccupazione” per gli scontri tra milizie rivali avvenuti a Tripoli. “L’Unsmil ha ricevuto segnalazioni di vittime civili a seguito degli scontri tra due gruppi armati a Tripoli la scorsa notte”, scrive su Twitter l’Unsmil dicendosi “profondamente preoccupata per questi sviluppi e chiedendo un’indagine sull’incidente e giustizia per le vittime e le loro famiglie”. “Qualsiasi azione che metta in pericolo la vita dei civili è inaccettabile“. “La Missione invita tutti i libici a fare tutto il possibile per preservare la fragile stabilità del Paese in questo momento delicato”. “Tutti gli attori devono esercitare la massima moderazione, affrontare le controversie attraverso il dialogo e rispettare i propri obblighi ai sensi del diritto nazionale e internazionale per proteggere i civili e le infrastrutture civili”, conclude l’Unsmil.

Usa: “Preservare la stabilità”

“Gli Stati Uniti sostengono con forza la richiesta dell’Unsmil di esercitare moderazione e preservare la stabilità per la protezione dei civili. Tutti gli attori devono risolvere le loro controversie attraverso il dialogo, non la violenza”, scrive su twitter l’inviato speciale e ambasciatore degli Stati Uniti in Libia, unendosi all’appello della missione di sostegno dell’Onu in Libia.

Lorenzo Cipolla

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