Non scorderemo mai questa emergenza da Coronavirus. Non scorderemo questa profonda sofferenza. Non scorderemo il lavoro dei nostri medici ed infermieri. Non scorderemo la diligenza degli italiani nel rispettare le direttive del governo. Tutto questo rimarrà impresso nella nostra memoria per tanto tempo. Ma alcune immagini risultano essere estremamente significative. Interris.it ne propone alcune che hanno rappresentato i questi giorni la crisi sanitaria nei suoi molteplici aspetti.
Papa Francesco che prega in una Piazza San Pietro deserta. Nel nostro editoriale odierno, Don Aldo Buonaiuto afferma: “Re e governanti sono passati alla storia per come hanno affrontato guerre e pestilenze, allo stesso modo Papa Francesco è entrato di diritto negli annali universali per la straordinaria e fortissima invocazione di fede con la quale ha affidato a Dio la salvezza dell’umanità messa in grave pericolo dalla pandemia in corso.
Gli agenti della Polizia di Stato, insieme ai loro colleghi, stanno svolgendo un lavoro di controllo e di sostegno alla popolazione essenziale. Spesso giovani ragazzi appena usciti dalle scuole di Polizia. In questa foto, un poliziotto fa indossare la mascherina ad un anziano. Il gesto è lo specchio dell’incontro tra generazioni nella sofferenza. Gli anziani a volte sembrano così fragili, come foglie. Eppure sono la roccia che sostiene il paese.
Un semplice cartello affisso fuori da un ospedale. Per ricordare ai medici e agli infermieri in prima linea che non sono soli. Che c’è tutta una nazione insieme a loro. Spesso sotto pagati, con contratti a tempo determinato per una vita, questo personale sanitario si è caricato l’Italia sulle spalle.
Già si è detto in svariate occasioni che in nostri amici a quattro zampe non trasmettono il virus. Anzi, in queste difficili ore che ormai sono diventati mesi, ci danno sostegno ed affetto. Con lo sguardo languido e l’animo gioioso, i cani tirano su il morale del personale sanitario. Come in questa foto, negli Usa.
L’immagine è molto forte. Lì un dottore, riverso su se stesso, con le spalle chinate in avanti dal peso della stanchezza delle troppe ore in reparto. La sofferenza che traspare, davanti a lui forse un paziente in terapia intensiva che lotta tra la vita e la morte.
Qui siamo in Cina. All’interno di un reparto di terapia intensiva. I medici curvati verso i loro pazienti. Questi intubati stringono i denti. Il campo di battaglia contro il coronavirus. Le divise sono bianche.
Sono diventati il simbolo di questi mesi di emergenza. Ma anche il luogo da dove esprimere i propri sentimenti, la propria solidarietà costretti in casa. I balconi sono stati affrescati dalla fantasia di moltissimi bimbi. L’esergo è : “Andrà tutto bene”.
Le città hanno cambiato di volto. Sono tristi, spente, vuote. Nella foto Roma che mai forse ha visto le sue strade in questa condizione. Il Colosseo che si erge massiccio, tetragono, avvolto da un’aura di silenzio. E’ solo e si guarda intorno.
La guerra del ventunesimo secolo si combatte senza armi. Senza fuoco, senza rumore e senza strepitii. Si combatte con turni esasperanti, paura, professionalità. I soldati vestono bianco e sono i nostri medici e i nostri infermieri.
La normalità. Chissà se esiste ancora in qualche angolo remoto del pianeta. Ma la normalità si riconquista piano piano. Con gesti genuini e semplici. Come sorridere di fronte ad un gelato, dopo due mesi rinchiusi in casa.
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