Il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese ha riferito oggi in aula a Montecitorio e a Palazzo Madama sugli scontri dello scorso 9 ottobre a Roma.
Sono state oltre cinquemila le manifestazioni di protesta in oltre un un anno e mezzo, opiù della metà nel 2021, in base ai dati forniti dal ministro. Nella prima parte del suo intervento Lamorges ha affermato che “da febbraio 2020 al 18 ottobre si sono tenute 5.569 manifestazioni di protesta, più della metà nel 2021, e di queste 1.526 tra il 22 luglio e il 18 ottobre, che hanno riguardato la contestazioni al Green pass“.
Venendo al 9 ottobre, “nell’immediatezza dei fatti ho chiesto al capo della polizia una dettagliata ricostruzione delle evidenti delle criticità che, occorre riconoscerlo, hanno contrassegnato la gestione dell’ordine pubblico di quelle ore”, ha detto Lamorgese. “E’ palese che non si sia riusciti a contenere tutti i propositi criminali da cui era mossa la parte violenta dei manifestanti, specie quella istigata da elementi più politicizzati”.
Il ministro ha poi fatto riferimento a una lettura dei fatti “che tende ad accreditare la tesi di un disegno assecondato da comportamento delle forze dell’ordine, devo respingere fermamente questa lettura“, perché essa “insinua il dubbio che le forze della polizia si prestino ad essere strumento di oscure finalità politiche“. “E’ un’ingiusta accusa, che getta un’ombra inaccettabile sull’operato delle forze ordine”, ha ribadito Lamorgese.
“Il momento più drammatico“, ha continuato il ministro riferendosi all’irruzione nella sede della Cgil “che ha turbato l’opinione pubblica per la violenza dell’azione distruttiva e lo sfregio alla democrazia“. “Un momento durato otto angoscianti minuti, che ha avuto il suo apice tra le 17.32, quando i manifestanti irrompono nella sede sindacale, e le 17.35, quando le forze di polizia riprendono il controllo della situazione e liberano i locali”, ha ricostruito Lamorgese
Nel corso dell’informativa il ministro ha parlato anche di quanto accaduto a Trieste. “Nonostante il richiamo del prefetto di Trieste alla palese illegittimità dello sciopero, è stato attivato un presidio al varco 4”, impedendo lo scarico e carico merci a 700 mezzi pesanti e “a fronte di tale situazione il prefetto ha indetto un comitato urgente di sicurezza in cui si è condiviso di effettuare lo sgombero. Nei momenti di maggiore tensione si è prefigurato il pericolo di degenerazione dell’ordine pubblico ed è stato necessario l’uso di idranti e lacrimogeni”.
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