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Israele, blitz dell’esercito in Cisgiordania: arrestati 25 funzionari di Hamas

Mentre continua a salire il conto dei morti dovuti agli scontri di venerdì scorso a Gerusalemme (divenuti 5 con la morte di altri due giovani palestinesi), avvenuti in seguito dell’ordinanza della autorità israeliane di limitare l’accesso alla Spianata delle Moschee, le Forze armate di Israele hanno fatto sapere di aver effettuato, nella notte, un blitz in Cisgiordania nei confronti di alcuni vertici di Hamas. Secondo quanto riportato dai portavoce dell’esercito, ben 25 funzionari del movimento islamista a capo della Striscia di Gaza sarebbero stati arrestati. Tra loro sarebbero presenti alcuni miliziani liberati nel corso di un precedente scambio di prigionieri e anche un deputato ma, al momento, quest’ultima notizia non ha trovato riscontri ufficiali.

Sangue in Medio Oriente

Non accenna a diminuire, dunque, la tensione dopo i gravi incidenti di Gerusalemme, finora costati la vita a 5 manifestanti palestinesi (tre dei quali morti sul posto) e a tre coloni israeliani, uccisi brutalmente a coltellate all’interno della loro abitazione nelle vicinanze di Ramallah da un giovane terrorista 19enne. Per questo gesto il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, avrebbe telefonato personalmente alla famiglia del giovane, originario di Kobar, per congratularsi. L’ultimo fra i dimostranti a perdere la vita, questa mattina, è stato un palestinese di 17 anni, rimasto gravemente ferito dall’esplosione di una bottiglia molotov nel villaggio cisgiordano di Al Eizariya e deceduto dopo due giorni di agonia nell’ospedale di Gerico. Probabilmente come rappresaglia per il blitz effettuato dalle Forze armate israeliane, da Gaza è stato lanciato un razzo in direzione di Israele il quale, però, è esploso in volo senza provocare danni o feriti.

Alta tensione

Nel frattempo, per la giornata di oggi, il premier Benjamin Netanyahu ha convocato il gabinetto della Difesa, allo scopo di valutare la situazione venutasi a creare a Gerusalemme dopo l’installazione dei metal detector nella Spianata delle Moschee dove, il 15 luglio scorso, tre attentatori avevano ferito tre agenti israeliani, uccidendone due. A ogni modo, secondo quanto riportato dalle testate locali, le misure di sicurezza dovrebbero essere mantenute. Quelle stesse misure che, immediatamente dopo l’installazione, avevano incontrato il dissenso del leader palestinese Abu Mazen. Netanyahu, nei giorni scorsi, aveva specificato che la decisione di limitare l’accesso ad Al Aqsa era una decisione temporanea, che presto avrebbe ripristinato l’ingresso libero. Al momento, però, la tensione resta altissima.

Edith Driscoll

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