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Il Papa prega per medici e infermieri: “Ringrazio Dio per la loro eroicità”

Il pensiero di Papa Francesco questa mattina è andato al personale sanitario e ai medici che stanno assistendo i malati di coronavirus, mettendo a rischio la propria vita. Stando ai dati di oggi, sono 24 i medici deceduti nella loro attività di cura e assistenza ai malati del coronavirus: “Ho avuto la notizia che in questi giorni sono venuti a mancare alcuni medici, sacerdoti, non so se qualche infermiere, ma si sono contagiati, hanno preso il male perché erano al servizio degli ammalati. Preghiamo per loro, per le loro famiglie, e ringrazio Dio per l’esempio di eroicità che ci danno nel curare gli ammalati” ha detto il Pontefice all’inizio della celebrazione.

La malattia dell’accidia

Il messaggio del Papa si rivolge ai nostri tempi. Commentando il passo del Vangelo di Giovanni in cui Gesù guarisce un malato presso la piscina di Betzatà, mette in guardia dalla una malattia, l’accidia: “Tanti malati, giacevano un grande numero di infermi, ciechi, zoppi, paralitici, lì, aspettando la guarigione, che si muovesse l’acqua. Si trovava lì un uomo che da 38 anni era malato. 38 anni lì, aspettando la guarigione. Fa pensare, questo, no? E’ un po’ troppo … perché uno che vuole essere guarito si arrangia per avere qualcuno che lo aiuti, si muove, è un po’ svelto, anche un po’ furbo … ma questo, 38 anni lì, al punto che non si sa se è ammalato o morto… Gesù, vedendolo giacere, e sapendo la realtà, che era da molto tempo lì, gli disse: “Vuoi guarire?”. E la risposta è interessante: non dice di sì, si lamenta. Della malattia? No. Rispose il malato: “Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi – sto per prendere la decisione di andare – un altro scende prima di me”. Un uomo che sempre arriva in ritardo. Gesù gli dice: “Alzati, prendi la barella e cammina”. All’istante quell’uomo guarì”. Con questo il Pontefice pensa al suo atteggiamento come alla tendenza tipica dell’uomo di lamentarsi: “Quest’uomo – dice il Papa – […] era malato nel cuore, era malato nell’anima, era malato di pessimismo, era malato di tristezza, era malato di accidia. Questa è la malattia di quest’uomo: ‘Sì, voglio vivere, ma …’, stava lì. Ma la risposta è: ‘Sì, voglio essere guarito!’? No, è lamentarsi: ‘Sono gli altri che arrivano prima, sempre gli altri’. La risposta all’offerta di Gesù per guarire è una lamentela contro gli altri. E così, 38 anni lamentandosi degli altri. E non facendo nulla per guarire”.

Papa Francesco durante la celebrazione della Messa a Santa Marta – Foto © Vatican Media / Reuters
Marco Grieco

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