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Il nuovo grido del papa: “In corso la terza guerra mondiale”

“La guerra è una follia” ha detto stamattina Papa Francesco, denunciando: “Ad essere onesti la prima pagina dei giornali dovrebbe avere come titolo: ‘A me che importa?'”.

E’ l’inizio dell’omelia di Papa Francesco durante la Messa al Sacrario militare di Redipuglia che custodisce le salme di 100.187 caduti della prima guerra mondiale. Il Pontefice ha osservato che, mentre il Signore “porta avanti la sua creazione e noi uomini siamo chiamati a collaborare alla sua opera”, la guerra “distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano”. Tra i motivi che spingono alla decisione bellica ci sono “cupidigia”, “intolleranza”, “ambizione al potere” spesso giustificati dall’ideologia; e quando non c’è quest’ultima “c’è la risposta di Caino: ‘A me che importa?’, ‘Sono forse io il custode di mio fratello?’”.

Il vescovo di Roma ha sottolineato che “la guerra non guarda in faccia a nessuno: vecchi, bambini, mamme, papà”. Progetti e sogni di tante famiglie sono stati spezzati proprio perché l’umanità ha detto: “A me che importa?”. “Anche oggi – ha proseguito – dopo il secondo fallimento di un’altra guerra mondiale, forse si può parlare di una terza guerra combattuta ‘a pezzi’, con crimini, massacri, distruzioni… Ad essere onesti, la prima pagina dei giornali dovrebbe avere come titolo: ‘A me che importa?’”. Il Papa ha ribadito che nell’attuale epoca la presenza dei conflitti è causata da “interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere” e dall’industria delle armi.

Gli affaristi della guerra, ha considerato, “forse guadagnano tanto, ma il loro cuore corrotto ha perso la capacità di piangere”, come Caino. “Con cuore di figlio, di fratello, di padre – ha concluso – chiedo a tutti voi e per tutti noi la conversione del cuore: passare da quel ‘A me che importa?’, al pianto. Per tutti i caduti della ‘inutile strage’, per tutte le vittime della follia della guerra, in ogni tempo. L’umanità ha bisogno di piangere, e questa è l’ora del pianto”.

Stefano Cicchini

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