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Honolulu come Londra: grattacielo in fiamme, morti e feriti

Nelle Hawaii si è rischiata una catastrofe simile a quella di un mese fa a Londra che causò un’ottantina di morti nel drammatico rogo della Grenfell Tower. Fortunatamente le dimensioni della tragedia questa volta sono ridotte ma l’incendio che si è sviluppato nella notte al 26° piano della residenza Marco Polo, un grattacielo di Honolulu, ha comunque provocato vittime e feriti.

Il bilancio

Almeno 3 persone, infatti, sono morte e altre centinaia di persone sono fuggite mentre le fiamme si espandevano dai piani alti dell’enorme complesso di appartamenti. Il fumo si è esteso fino al 28° piano e ha investito varie unità abitative. Le tre vittime sono state ritrovate al 26° piano. I vigili del fuoco hanno riferito di persone prigioniere nei loro appartamenti nel complesso in fiamme. Il grattacielo, situato nei pressi della zona turistica Waikiki, ha 568 appartamenti e quattro centri commerciali. Quattro persone sono state ricoverate in ospedale ma i feriti sarebbero almeno una dozzina. I vigili del fuoco non hanno ancora escluso che ci siano altre persone intrappolate negli appartamenti investiti dalle fiamme.

Non c’era sistema antincendio

Secondo le autorità locali, il grattacielo non aveva sistemi antincendio. L’incendio, hanno detto i vigili del fuoco, è scoppiato poco dopo le due del pomeriggio ora locale in un appartamento al 26° piano dell’edificio, costruito nel 1971, prima che la legge imponesse l’installazione di erogatori automatici (i cosiddetti “sprinkler“) che si attivano in caso di incendio. “Senza alcun dubbio, se ci fossero stati gli spruzzatori automatici in quell’appartamento, il fuoco sarebbe stato contenuto in quell’unità” ha detto una residente, Teresa Sommerville alla tv locale Khon. Il sindaco della città, Kirk Caldwell, ha detto che occorre varare una legge che imponga l’installazione di sistemi antincendio negli edifici più vecchi. “Il problema più rilevante è il costo – ha spiegato – I residenti devono pagare. E’ un sistema costoso. Ma se ti salva la vita, allora vale la pena pagare”.

Salvatore Caporale

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