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Grenfell Tower, 68 mila euro per le famiglie di Marco e Gloria: “Non li accetteremo mai”

Le immagini di quel grattacielo, arso nella notte tra il 13 e il 14 giugno 2017, difficilmente potranno essere dimenticate. Non solo per la tragedia che rappresentarono, ma per il carico di ingiustizia, sconforto, dolore e rabbia che avrebbero portato con sé. In un certo senso, è come se non avesse mai smesso di bruciare la Grenfell Tower di Londra, rendendo quel che ne resta alla stregua di una torcia sempre accesa, monito perenne su quanto accade nel volgere di pochi istanti. Un dramma che portò via la vita di 72 persone, rimaste intrappolate in un palazzo che ardeva come una torcia dal basso verso l’alto, molte delle quali in obbedienza all’ordine iniziale dei Vigili del fuoco di restare chiusi in casa. Fra loro, anche due giovani italiani, Marco Gottardi e la sua fidanzata Gloria Trevisan, per i quali sembra oggi delinearsi, in pieno processo (in cui sono coinvolti giganti del settore industriale), la cifra proposta come risarcimento per un accordo extragiudiziale.

Grenfell Tower, le ipotesi

Come gettare sale sulla ferita. Secondo l’avvocato Maria Cristina Sandrin, che segue la famiglia di Gloria nel processo sul rogo della Grenfell Tower, sarebbe stata avanzata la proposta di un range compreso tra le 10 e le 60 mila sterline, nemmeno 70 mila euro. Una cifra che le parti, spiega il legale a Repubblica, non prenderanno nemmeno in considerazione e non solo per l’esiguità, quanto per l’atroce sensazione di veder attribuito un valore economico ai propri figli perduti: “Non accetteremo mai. Qui qualcuno ignora lo choc psicologico di una famiglia che non solo non ha più la propria figlia, ma che ha vissuto la morte in diretta fino all’ultimo istante”.

L’ultima telefonata

Nessuno ha dimenticato l’ultima telefonata di Gloria a sua mamma. O meglio, nessuno dovrebbe farlo. Pochi minuti di conversazione, carichi di disperazione, mentre il fuoco divorava inesorabilmente le pareti di quell’appartamento che i due ragazzi condividevano inseguendo il sogno di svolgere la propria professione di architetti. Un ultimo saluto, tragico ma con una lucida consapevolezza di quanto stava accadendo, con il desiderio di trascorre gli ultimi momenti con il suo fidanzato Marco, e una richiesta ai suoi genitori di essere forti. Una testimonianza scioccante, la dolorosa coscienza, per le famiglie di Gloria e Marco, di capire che quella sarebbe stata l’ultima telefonata con i loro figli. Un’atrocità che non può essere descritta. E men che mai quantificata.

DM

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