Come ai tempi di Piombo fuso. La Striscia di Gaza si risveglia nuovamente sotto le bombe, al termine di una notte andata avanti fra raid aerei e lanci di razzi da entrambe le direzioni. Una scia di sangue che, secondo le prime stime, avrebbe già provocato 144 vittime. Come sempre accade, però, a rimetterci sono i più deboli, laddove la forza distruttive delle bombe non tiene conto di cosa e chi va a distruggere. Almeno 10 persone, fra le quali 2 donne e 8 bambini, sono rimaste uccise nella scorsa notte durante un attacco israeliano sul campo profughi di Al-Shati, situato nel nord della Striscia. Il colpo peggiore, secondo l’agenzia Maan, sarebbe stato sferrato su una casa di tre piani, facendo strage di un’intera famiglia. L’unico superstite, rinvenuto sotto le macerie, sarebbe un bimbo di appena 5 mesi.
I più piccoli di Gaza continuano a essere le vittime più colpite: almeno 31 bambini sarebbero stati uccisi nel corso dei raid di Israele, assieme a 20 donne. I numeri sono stati forniti dalle autorità sanitarie della Striscia e riferite dal quotidiano Haaretz. Nel corso del raid sul campo profughi, altre 15 persone sarebbero rimaste ferite. Il bilancio è il più drammatico, fra quelli dovuti a un singolo bombardamento, da quando è iniziata la nuova offensiva israeliana. A ogni modo, il bilancio sarebbe ancora provvisorio: i soccorritori continuano infatti a scavare fra le macerie alla ricerca di eventuali superstiti.
L’attacco di Israele ha puntato i suoi mirini in particolare verso alcuni siti di lancio sotterranei, oltre che in direzione di “un ufficio operativo” ritenuto appartenente ad Hamas, nella zona centrale di Gaza City. Il tutto a seguito del presunto annuncio di un attacco via terra, tuttavia non messo in atto dalle forze di Tel Aviv. Al quarto giorno di combattimenti, lo scontro infuria anche in Cisgiordania, dove i miliziani sono entrati in contatto con l’esercito israeliano. Secondo l’Autorità nazionale palestinese, si conterebbero 251 feriti, 26 dei quali in gravi condizioni.
Nel frattempo, proseguono i lanci di razzi dalla Striscia, indirizzati soprattutto nella zona meridionale di Israele, a Bèer Sheva. Altri tre razzi sarebbero stati lanciati dalla Siria, uno dei quali caduto sul territorio nazionale. Ieri si era parlato di una possibile tregua per il weekend ma, per ora, non ha avuto seguito. Solo un mese fa ricorreva il decimo anniversario della morte di Vittorio Arrigoni. Avrebbe invitato tutti a restare umani. Ancora una volta.
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