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Fondo Monetario Internazionale: ecco come sarà l’economia post Covid-19

Lo scenario economico che l’emergenza Coronavirus sembra aprire è quello di una profonda recessione. Il Fondo Monetario Internazionale ha condotto un’analisi dai risvolti critici, in cui è chiaro che sarà l’Italia ha pagare il prezzo più amaro.

L’Italia in recessione

Fra le grandi economie mondiali l’Italia potrebbe essere la nazione più colpita dalla crisi provocata dal coronavirus. Il Pil quest’anno potrebbe crollare a -9,1% per poi registrare un limitato rimbalzo nel 2021 a +4,8%. E’ la stima formulata dal Fondo Monetario Internazionale nel World Economic Outlook, in cui peggiora di 9,6 punti la previsione formulata appena tre mesi fa (che prevedeva per l’Italia una crescita dello 0,5%).

Il quadro economico europeo

L’emergenza porterà in alto il tasso di disoccupazione in tutte le economie mondiali. Per l’Italia nel 2020 la stima è del 12,7% (2,7 punti in più rispetto all’anno precedente) seguita da un calo al 10,5% nel 2021. In Europa l’impatto sul mercato del lavoro dovrebbe essere limitato. In Germania (dove la disoccupazione passerebbe dal 3,2 al 3,9%) mentre in Francia il tasso potrebbe toccare il 10,4%. Ma le ripercussioni più gravi sono attese in Spagna dove dal 14,1% del 2019, quest’anno si potrebbe passare al 20,8% per poi scendere leggermente al 17,5% nel 2021. Tasso raddoppiato anche nel vicino Portogallo con una stima dal 6,5% del 2019 al 13,9% quest’anno.

Gli Stati Uniti faranno i conti con la disoccupazione crescente

Fra le altre grandi economie forte crescita dei senza lavoro negli Usa che dal 3,7% di disoccupazione dello scorso anno – che tecnicamente equivale alla piena occupazione – dovrebbe balzare nel 2020 al 10,4% per poi ridiscendere leggermente nel 2021 al 9,1%.

L’inflazione e il Pil mondiale

I dati del Fondo evidenziano poi come la crisi abbia sull’inflazione un impatto negativo portando in pratica quest’anno all’azzeramento della crescita dei prezzi (+0,2% nell’Eurozona, stesso andamento in Italia e Giappone e valori molto simili nelle altre principali economie avanzate, +0,6% in Usa e Canada). Le conseguenze della crisi potrebbero portare a “una brusca contrazione del Pil globale del 3% nel 2020, molto peggiore rispetto alla crisi finanziaria del 2008-2009” seguita da un rimbalzo a +5,8% il prossimo anno. Nel quadro complessivo “esiste una estrema incertezza”, visto che la previsione si basa su uno scenario in cui la pandemia scomparirà nella seconda metà del 2020 con misure di contenimento possano gradualmente allentate, e quindi una normalizzazione dell’attività economica si normalizza, sostenuta dalle misure varate dai governi.

Gianpaolo Plini

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