Ennesima svolta a livello europeo, e stavolta di proporzioni quasi superiori ai 750 miliardi di Quantitative easing annunciati da Christine Lagarde. La Commissione europea, infatti, ha attivato la clausola di salvaguardia del Patto di Stabilità, misura inedita e che consenitrà ai singoli stati letteralmente di “pompare nel sistema denaro finché serve”. Ad annunciarlo, la stessa presidente della Commissione, Ursula von der Leyen: “Il Coronavirus ha un impatto drammatico sull’economia, molti settori sono colpiti. Il lockdown è necessario ma rallenta severamente l’attività economica. La scorsa settimana ho detto che faremo tutto il possibile per sostenere l’economia e i cittadini, e oggi rispettiamo quanto detto. Gli aiuti di Stato sono i più flessibili di sempre e i vostri Governi possono dare i soldi che servono a ristoranti, negozi, imprese piccole e medie”.
Un provvedimento di rilievo assoluto, un tentativo estremo di far fronte a un’emergenza che sta letteralmente precipitando il comparto economico del Vecchio continente. Non lo nasconde la presidente Von der Leyen: “Stiamo allentando le regole, gli aiuti di Stato sono i più flessibili di sempre”. Misura necessaria ma, comunque, non quantificabile in termini economici a emergenza finita, perlomeno non per i Paese dall’elevato debito pubblico. Di sicuro, l’iniezione di liquidità garantita dalla Bce e la flessibilità monetaria concessa ai governi per non fermare la possibilità di acquisto imprime un’iniezione di fiducia per la fase più delicata della crisi.
E’ probabile, inoltre, che i provvedimenti storici non si fermeranno qui: Von der Leyen ha infatti lasciato aperta la pista dei Coronabonds, già invocati dal premier italiano Giuseppe Conte. In sostanza, si tratterebbe della possibilità di utilizzare le risorse del Mes (500 miliardi) come sostegno alle economie degli Stati membri: “Si può anche pensare – scrive Palazzo Chigi – di utilizzare le risorse del Mes trasformandolo in una sorta di “coronavirus Fund” perché le sue risorse possano essere utilizzate da tutti gli stati europei per fronteggiare gli effetti economici prodotti dalla pandemia. Queste risorse devono pertanto essere concesse a tutti gli Stati, senza alcuna condizionalità presente o futura”. E la presidente della Commissione ci pensa: “Stiamo guardando a tutti gli strumenti e qualunque aiuto verrà utilizzato… Questo vale anche per i Coronabonds, se aiutano e se sono correttamente strutturati, saranno usati”.
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