Un no alle divisioni e, soprattutto, un invito a non sottovalutare il problema. Si astiene dalle polemiche il ministro della Salute, Roberto Speranza, ma interviene a Radiouno Rai per sottolineare ancora una volta come “di fronte a una crisi e a un’emergenza come quella del Covid il Paese deve essere unito”. L’appello del titolare della Salute è a non dividersi “su questioni fondamentali per il futuro dell’Italia. Sono rimaste tre regole: l’uso delle mascherine, la distanza di almeno un metro e il frequente lavaggio delle mani. Queste regole restano essenziali”. Un invito sì, ma anche un ribadire quello che resta il vademecum base per evitare nuovi picchi della pandemia nel nostro Paese.
L’intervento di Speranza arriva in parziale replica al leader della Lega, Matteo Salvini, che nella giornata di ieri aveva preso la parola in Senato senza indossare la mascherina. Da qui l’invito del ministro della Salute a uniformarsi nel rispetto delle regole essenziali. Speranza, inoltre, ha ricordato che l’Italia è “tra i pochi Paesi al mondo che hanno imposto l’obbligo di quarantena a tutti i cittadini che negli ultimi 14 giorni sono stati in Paesi extraeuropei o extra Schengen”. Un provvedimento che il ministro definisce “duro ma necessario, allargato anche a due Paesi europei come Bulgaria e Romania, che vivono una situazione sanitaria tutt’altro che semplice”. Il ministro ha sottolineato che per coloro che arrivano in pullman da tali Paesi, “tutte le Regioni stanno organizzando controlli e l’indicazione del governo è di farli e di assicurarsi che venga rispettato l’obbligo di quarantena”.
Norme di sicurezza che il ministro chiede di rispettare anche in vista della riapertura scolastica. A tal proposito, Speranza ha fatto sapere che a fine agosto vi sarà la riunione del Comitato tecnico scientifico “per una valutazione finale ma la nostra priorità è riaprire tutte le scuole, di ogni ordine e grado”. La considerazione, ancora una volta, è a una riapertura in totale sicurezza: “La scelta di chiudere le scuole è stata la scelta più dolorosa che ho dovuto compiere, ma indispensabile. In alcuni Paesi la riapertura ha fatto rialzare la curva. Ci vuole la massima cautela“.
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