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Coronavirus, Italia in blocco: si va verso la proroga

“È importante vedere tutte le forze politiche, anche quelle che magari erano state tentate dall’uscita dall’Unione europea, chiedere oggi tutte insieme gli Eurobond”. Conferma la linea tracciata in mattinata dal presidente francese Emmanuel Macron il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio. In un’intervista a Euronews, il capo della Farnesina ha ribadito che la misura emergenziale di indebitamento frenata, per il momento, dai Paesi del Nord Europa, rappresenta “una grande occasione per l’Europa di dimostrare che sa reagire a una crisi come questa. È vero che oggi tutti dobbiamo condividere dei rischi con gli Eurobond, ma potremo anche condividere delle grandi opportunità domani“.

Verso la proroga

In sostanza, la linea Conte resta quella che l’Italia tenterà di seguire per convincere l’Unione europea a misure ancora più straordinarie di quelle adottate fin qui. Nel frattempo, se sul fronte europeo la partita è aperta, sul piano interno non sembrano esserci molte variabili sulle azioni di contrasto all’epidemia da coronavirus: “Ridurremo le restrizioni fino alla loro completa eliminazione – ha detto il premier al Sole 24 Ore – ma lo faremo gradualmente, per evitare che gli sforzi sin qui compiuti siano vani”. In sostanza, se inizialmente era prevista una prima ripartenza con la fine del lockdown datato al 3 aprile, vista la situazione contagi sembra ormai scontata la proroga delle restrizioni ben oltre la deadline prevista inizialmente: “Al momento è prematuro fare previsioni, ma ci auguriamo di poter tornare quanto prima alla normalità”. Di sicuro, ha confermato Conte, “la sospensione delle attività scolastiche proseguirà anche dopo il 3 aprile”.

Tutela aziendale

Probabilmente, il tutto si deciderà entro venerdì prossimo, quando scadrà la prima fase del decreto. Detto della probabile proroga, a ogni modo, resta l’occhio vigile sulla fase successiva: “Potenzieremo tutti gli strumenti a nostra disposizione per proteggere gli asset strategici del Paese, alla luce di un’ampia serie di rischi epidemiologici, ambientali, sismici, informatici e geopolitici”. L’obiettivo prioritario resta “tutelare le nostre aziende strategiche” e “siamo disponibili a introdurre anche nuovi e più sofisticati strumenti. Ritengo che il nuovo decreto di aprile debba portare il nostro sforzo complessivo di bilancio a una soglia ben superiore ai 50 miliardi”.

DM

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