Un lungo applauso a conclusione di una rielezione arrivata all’unanimità. Il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra, è stato confermato alla guida del sindacato al termine del XIX Congresso nazionale e con l’orizzonte di altri quattro anni di lavoro. Nel corso della relazione finale, il segretario aveva ribadito l’intenzione della Cisl di perseguire “un’azione sindacale innovativa, coraggiosa, responsabile”. La quale “non si accontenta di sventolare bandiere e di riempire piazze, ma capace di entrare nella proposte e nelle scelte in una dimensione di negoziazione, contrattazione, concertazione che dobbiamo sostenere e alimentare sempre, fino a quando ci sono le condizioni”.
Nonostante i temi in agenda siano tanti e urgenti, “elevare tensioni su semplici parole d’ordine non fa arrivare ad alcun risultato”. Al contrario, “alimenta solo populismi e demagogie che rischiano di relegare in un angolo il mondo del lavoro. E, alla lunga, logora la stessa rappresentanza sociale. Non è questo il sindacato che serve in questa stagione cruciale”.
L’unità sindacale, ha sottolineato Sbarra, deve fondarsi sul campo “della solidarietà, del riformismo, dell’autonomia, del contrattualismo, della partecipazione, del primato della libertà e delle relazioni industriali e sociali sulle leggi lavoristiche”. A questo proposito, nelle conclusioni del Congresso, il segretario generale Cisl è tornato a sottolineare l’urgenza di chiudere il periodo dei tavoli tecnici e riaprirne uno politico sul tema pensioni. In vista di un 2023 che vedrà la chiusura della misura ponte di Quota 102. “Cominciamo a stringere per arrivare a soluzioni concertate, condivise per spezzare le rigidità della legge Fornero”. Un messaggio al ministro del Lavoro Andrea Orlando e al Governo che “ha le nostre proposte da lungo tempo”.
Per quanto riguarda rappresentanza e salario minimo, secondo Sbarra “non serve una legge”. Si tratta di materia da lasciare all’autonomia delle parti. Diverso il discorso per il dumping salariale: “La soluzione a volerla trovare è davanti agli occhi di tutti. I contratti pirata vanno combattuti estendendo i contenuti contrattuali maggiormente rappresentativi in ogni settore e comparto di riferimento”. L’invito al Governo è a fare dei passi in avanti sull’attuazione degli impegni presi. Serve, secondo Sbarra, “un grande accordo che indichi obiettivi strategici condivisi, stabilisca affidamenti e regole certe sul percorso riformatore… se non vogliamo isolare il mondo del lavoro, nel momento in cui si decide il futuro del nostro Paese e dell’Europa”.
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