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Nra, convention sul diritto alle armi dopo la strage in Texas

Una strage di massa in una scuola elementare, messa in atto da un diciottenne sull’orlo dell’alienazione e con l’ossessione delle armi, pare proprio non aver fatto breccia nella lobby delle armi. La National Rifle Association (Nra), a pochi giorni dalla tragedia di Uvalde (costata 21 vite umane, 19 delle quali di bambini), allestisce la sua convention a Houston, proprio in Texas, accantonando la commemorazione delle vittime con un minuto di silenzio e una lunga reprimenda sull’esternazione del presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che aveva invocato la revisione del secondo emendamento per limitare la circolazione delle armi nel Paese. Secondo l’ad dell’Nra, Wayne LaPierre, la risposta alla preoccupante escalation di morti innocenti non sarebbe nell’abolizione. Anzi, secondo LaPierre “le proposte di Biden sul controllo delle armi limitano il diritto umano fondamentale degli americani di autodifendersi”.

Nra: “Eliminare le armi non è la risposta”

Dichiarazioni che, a pochi giorni da una delle stragi scolastiche peggiori dai tempi di Sandy Hook, peggiore persino della carneficina di Columbine del 1999, arrivano perlomeno in modo dissonante dalla critica planetaria rivolta all’impressionante facilità di accesso alle armi per i cittadini americani. La Nra, in buona sostanza, ribadisce che il diritto all’autodifesa passa dal possesso di fucili d’assalto. Strumenti che hanno ampiamente dimostrato di poter seminare morte in modo indiscriminato. E che, sempre più spesso, vengono imbracciate da giovanissimi per essere puntate contro altri giovanissimi. Un fiume di sangue che, ogni volta, pone di fronte agli stessi interrogativi. Per LaPierre, “eliminare il diritto all’autodifesa non è la risposta”, poiché “il governo federale non può legiferare contro il male”.

Il discorso di Trump

Un messaggio che, a quanto pare, fa presa sui cittadini americani. In 50 mila hanno affollato i padiglioni della convention di Houston, a non più di quattro ore e mezza di auto dalla cittadina di Uvalde. Un evento partecipato anche dall’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che trasforma la convention in una sorta di comizio. E se da un lato afferma che, di qui a breve, sarà nuovamente alla Casa Bianca, dall’altro dice la sua anche sul tema armi. Secondo il Tycoon, “l’esistenza del male nel nostro mondo non è un motivo per disarmare i cittadini rispettosi della legge. È una delle ragioni migliori per armarli”.

Anzi, l’occasione di Houston è buona per rilanciare un vecchio mantra, quello di armare gli insegnanti perché “non c’è niente di più pericoloso di una zona ‘libera dalle armi'”. Per la serie, anziché prevenire un possibile crimine tramite l’eliminazione di strumenti di morte e il controllo delle attività sui social network, lasciare alla popolazione i presupposti per nuovi contesti di alienazione.

Damiano Mattana

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