I Carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata (Napoli) hanno arrestato, ieri pomeriggio, il latitante Vincenzo Di Palma, 39 anni, ritenuto affiliato al clan D’Alessandro, ricercato in quanto accusato di associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti con l’aggravante del metodo mafioso.
Il clan D’Alessandro è un sodalizio camorristico operante a sud della città di Napoli, nell’area del comune di Castellammare di Stabia, e originario della frazione di Scanzano. In collaborazione con il clan Di Martino, è attivo anche in Emilia-Romagna (province di Rimini, Bologna, Ravenna e Parma, soprattutto in Salsomaggiore Terme, dove sarebbe operativa una propaggine del clan). Secondo una indagine partita nel 2017, il quale esito sono stati 26 arresti, eseguiti in data 3 giugno 2020, ai danni dei clan D’Alessandro e Afeltra-Di Martino, i D’Alessandro erano in attività con le ‘ndrine Bellocco e Pesce del comune di Rosarno, nel Reggino, le quali costituivano il maggiore canale di approvvigionamento di stupefacenti del clan stabiese e del clan dei Lattari.
Il provvedimento cautelare nei confronti di Di Palma è frutto di un’ indagine condotta tra il 2017 e il 2018, dai militari dell’Arma di Torre Annunziata sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, che nel mese di giugno del 2020 consentì l’arresto di 27 affiliati al clan, facendo emergere il ruolo monopolistico della stessa organizzazione nel mercato degli stupefacenti sull’intera area stabiese, grazie anche alla strategica alleanza con le famiglie “Afeltra-Di Martino”. Antonio Di Martino, boss 40enne dell’omonima cosca 40 anni, ricercato dal 2018 per estorsione aggravata dal metodo mafioso, era stato arrestato nel dicembre dello scorso anno.
L’attività investigativa face emergere il ruolo di gestore di una importante piazza di spaccio ricoperto da Di Palma nel clan stabiese, quella che nel centro storico di Castellammare di Stabia viene chiamata “in mezzo al Gesù”.
Un compito peraltro ricoperto in un momento di grande fibrillazione determinata dalla concorrenza con le altre piazze gestite dalla famiglia dei Vitale, i cosiddetti “Mariuoli“. Di Palma, inoltre, si era reso latitante in seguito all’accoglimento da parte del Tribunale del Riesame di Napoli dell’appello proposto dalla locale Procura della Repubblica – D.D.A. ed al successivo rigetto (pronunciato il 21 settembre scorso) del ricorso presentato dallo stesso presso la Corte Suprema di Cassazione, venendo rintracciato dai militari dell’Arma, in seguito alle incessanti ricerche, in un’abitazione di Castellammare di Stabia e successivamente associato alla casa circondariale di Secondigliano.
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