L’andamento della pandemia da Covid in Italia è in una “fase di decrescita” testimoniata dall’incidenza a 672 e dall’indice Rt “sotto la soglia epidemica” e tra i Paesi europei “la curva mostra come siamo tra i Paesi che stanno marcando una decrescita significativa”, ha dichiarato il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro commentando il monitoraggio settimanale dell’analisi dei dati. “Anche in tutte le fasce di età c’è una riduzione: in particolare anche nelle fasce di età più giovani come quella 0-9 anni e quella 10-19 anni”, ha aggiunto-
Nelle diverse piattaforme che vengono utilizzate per caricare quotidianamente i dati sui sequenziamenti eseguiti in Italia sull’andamento della circolazione delle varianti in quest’ultimo periodo “si mostra come sostanzialmente la Omicron monopolizzi in qualche modo il quadro epidemiologico del nostro Paese come avevamo già segnalato nella presentazione della precedente flash survey”, ha detto Brusaferro.
“Le terapie intensive si attestano intorno al 10,4% come tassi di occupazione rispetto al 13,4 della settimana precedente”, ha spiegato poi il presidente dell’Iss “con valori che passano da 1.322 pazienti ricoverati a 1.037 pazienti ricoverati a ieri, per l’area medica il trend è analogo si passa dal 26,5% anche in questo caso i ricoverati passa da 17.354 a 14.562. Trend in calo anche nelle fasce d’età più giovani”. “Le proiezioni a quattro settimane – ha proseguito – indicano che le probabilità di occupare le intensive al di sopra di certe soglie tendono ad abbassarsi significativamente e in area medica le proiezioni sono di un’occupazione contenuta. Il quadro viene confermato anche rispetto alla possibilità di reinfezione“.
La vaccinazione anti-Covid in Italia, ha spiegato ancora Brusaferro, è caratterizzata da “un quadro di elevata copertura vaccinale nelle fasce d’età più avanzate, dove anche il booster è stato completato da oltre 85% della popolazione. Sta crescendo anche il numero di bambini che stanno vaccinando, oltre il 36% nella fascia 5-11 anni e quasi al 76% nella fascia 12-19 ed è un dato indubbiamente positivo anche per quanto riguarda le persone che hanno cominciato il ciclo vaccinale facendo la prima dose”. “La quota di italiani che non ha ancora iniziato il ciclo vaccinale rimane ancora importante”, ha poi aggiunto il presidente dell’Istituto superiore di Sanità “in caso di infezione, queste persone sono quelle più a rischio di sviluppare una patologia severa“.
La situazione epidemiologica è “in deciso miglioramento ma i numeri rimangono piuttosto elevati e per questo serve mantenere comportamenti ispirati alla prudenza con l’uso di mascherine nei luoghi chiusi e in caso di assembramento e serve completare il ciclo vaccinale”, ha detto il direttore della prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza nel video che accompagna il monitoraggio settimanale. Rezza ha anche parlato della tendenza “graduale ma continua” della decongestione degli ospedali.
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