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Brodo e Strudel. Viaggio nella taverna preferita da Benedetto XVI

Il suo piatto preferito: la “fritatensuppe, ovvero il brodo di carne con tagliolini di crespelle tipico dell’area tedesca e austriaca. Il suo unico “peccato di gola”: lo strudel, che adorava.

Parola di Mario Notari, gestore della “Cantina Tirolese” – insieme a Riccardo Macher (la sua famiglia la gestisce da tre generazioni) – nel descrivere Benedetto XVI, anzi, l’allora cardinale Joseph Ratzinger, assiduo cliente del ristorante.

Siamo in via Giovanni Vitelleschi, a due passi da Castel Sant’Angelo e alle spalle di Borgo Pio, dove Ratzinger viveva da cardinale quando ricopriva la carica di Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Proprio in questa taverna veniva spesso.

“Probabilmente venne qui la prima volta tantissimi anni fa perché cercava gli odori e i sapori della sua terra natìa e qui li trovava con la cucina tipica austriaca che è molto simile a quella bavarese. Da quel momento in poi è venuto spesso fino alla sua elezione, ma sempre discreto“. Secondo Notari, infatti, “aveva un’umiltà tale da venire in punta di piedi e con una discrezione incredibile, pur ricoprendo alti ruoli ecclesiastici”.

La morte di Benedetto XVI è stata sicuramente “una profonda tristezza” per i gestori, anche se ormai lo avevano perso come cliente già nel 2005, quando fu eletto Pontefice, ricorda Notari sorridente. “Ogni anno, però – aggiunge – gli facevamo un regalo al suo compleanno ad aprile, ovvero inviargli in Vaticano uno strudel. Ogni volta ci faceva sapere di apprezzarlo molto”.

Nel locale, arredato in stile tirolese con legno, e panche di velluto rosso, al momento della sua elezione a Papa i gestori gli hanno dedicato il tavolo che sceglieva più spesso, con una targa e alcune foto che lo ricordano: “E’ il più richiesto dai clienti, anche stranieri, ormai lo vogliono tutti”.

Salvatore Tropea

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