Trecentoquarantasei vittime complessive. Tanto costarono i due incidenti che, fra il 2018 e il 2019, coinvolsero due Boeing 737 Max, precipitati uccidendo sul colpo rispettivamente 189 e 157 persone.
Due tragedie troppo ravvicinate per essere attribuite a una fatalità, con Boeing costretta a mettere a terra i suoi velivoli e un’inchiesta che, man mano, ha svelato sempre più dettagli alla base dei disastri. L’ultima poche ore fa, quando il Comitato per i Trasporti e le Infrastrutture della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha riferito il suo rapporto, concludendo che l’azienda nascose informazioni preziose alla Federal Aviation Administration, oltre che a piloti e clienti. Una circostanza che, di fatto, per il Comitato rende evidente un dettaglio: entrambi gli incidenti potevano essere evitati.
Stando a quanto riportato nel dossier, in fase di sviluppo del 737 Max sarebbero stati individuati una serie di problemi, tradotti dai tecnici come potenziali cause delle due tragedie. Più nello specifico, sia l’incidente del Mar di Giava che quello di Bishoftu, sarebbero stati provocati da “una serie orribile di presunti errori tecnici”.
Inquietanti le analisi formulate dal Comitato, secondo il quale l’indagine mostra “ripetuti gravi fallimenti” da parte degli attori interessati (sia l’azienda che la Faa), i quali “hanno messo in pericolo la sicurezza pubblica”. Alla base, una possibile pressione finanziaria su Boeing relativa alla messa in opera dei 737 Max, la quale avrebbe portato dapprima a una riduzione dei costi e, successivamente, a una realizzazione accelerata del progetto.
I contatti col volo Lion Air 610 si persero in fase di rientro, il 28 ottobre 2018. L’equipaggio aveva richiesto l’autorizzazione a rientrare all’aeroporto di Giacarta, poco dopo il decollo. Lo schianto era avvenuto al largo dell’isola di Giava, alla distanza di 18 miglia nautiche. A bordo, fra passeggeri ed equipaggio, c’erano 189 persone.
Nessuna sopravvisse allo schianto nelle acque del Mar di Giava, così come accadrà appena cinque mesi dopo al Boeing 737 dell’Ethiopian Airlines, volo 302, precipitato a sud-est di Addis Abeba. Un disastro che uccise sul colpo 157 persone, 149 fra i passeggeri, per quello che divenne il più grava incidente aereo nella storia della compagnia. Due tragedie unite da un filo rosso, che ha messo a terra i velivoli e aperto uno squarcio di orrore.
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