Barcellona si è divisa la giornata tra l’addio a Leo Messi che in tarda mattinata ha salutato, con tanto di lacrime, il club blaugrana dopo 21 anni di amore incondizionato. Domani per lui inizierà una nuova avventura, al Psg. Dall’altra faccia della giornata, il trofeo Gamper che ogni anno immette sull’inizio della stagione di Liga. E stavolta è stato Barcellona-Juventus, le regine, insieme al Real Madrid, della Superlega che ha stravolto equilibri soprattutto in Spagna, dove la Liga di Tebas si è da subito schierata contro i padroni del vapore. Barça e Juve, un antipasto ghiottissimo della nuova stagione. Niente Camp Nou, per le ristrettezze sanitarie imposte dal governo spagnolo che ha aperto a soli 3000 spettatori che hanno assiepato gli spalti del “Johan Cruijff”, lo stadio della ciudad sportiva del Barcellona, a sud della città. Un pizzico di malinconia, per il mancato scontro a distanza tra Messi e Cristiano Ronaldo. Che quest’anno, potrà esserci, ma sotto un’altra sfida, intrigante, all’ombra della Torre Eiffel.
Entrambe in campo con il 4-3-3. Koeman si affida a Neto tra i pali, un ex juventino, Dest, Araujo, Piqué e Jordi Alba sulla linea dei quattro di difesa, in mezzo Sergi Roberto, Busquets e Demir, in prma linea Griezmann e Braithwaite a sostegno di Depay. Allegri invece presenta De Sciglio, Rugani, De Ligt e Alex Sandro davanti a Szczesny (assenti Bonucci e Chiellini), Ramsey, Bentancur e Bernardeschi in mezzo, tridente offensivo affidato Cuadrado, Morata e Cristiano Ronaldo.
Dagli spalti si alza il coro “Messi, Messi” e tanti fischi per il nemico storico della Pulce, Cristiano Ronaldo. Pronti e via e Barcellona subito avanti. Demir buca la disattenta difesa juventina che si fa infilare dal filtrante che trova pronto all’appuntamento Depay che si presenta ai nuovi tifosi con il gol che vale il vantaggio. Decisamente meglio il Barcellona, che pure di assenze pesanti ne ha, da De Jong ad Aguero tanto per fare dei nomi. Giro palla, gran giocate sugli esterni e imbucate per vie centrali che mettono in difficoltà la squadra di Allegri. Annullato il 2-0 di Demir che raccoglie una corta respinta dopo una conclusione di Griezmann, ma il francese era in offside. Mezz’ora di solo Barcellona, fatica la Juve che non riparte con i tempi giusti, manovra a volte troppo prevedibile. Conclusioni da fuori per Ronaldo e De Sciglio, ma nessun problema per Neto. Ancora offside su un altro gol di Griezmann, c’era e pure evidente, mentre sale in cattedra Neto che risponde a due pericolose conclusioni di Morata. Ripartenze veloci della Juve, il canovaccio che piace e sa esaltare il gioco di Massimiliano Allegri.
Non solidissima la difesa bianconera che a inizio ripresa si fa sorprendere anche in occasione del secondo gol. Lo firma Braithwaine che salta più in alto di tutti, bruciando i difensori bianconeri: 2-0. Allegri decide che è il momento di Bonucci e Chiellini e per entrambe le squadre inizia la girandola dei cambi. Ma non cambia il copione, con il Barcellona che fa la partita e nei minuti di recupero cala il tris con un sinistro a giro da fuori di Riqui Puig.
I rossoneri pareggiano la terza amichevole stagionale, a Klagenfurt in Germania contro il Real Madrid. Gara giocata su sottili fili di equilibrio e grande parata del nuovo portiere Maignan che nel primo tempo ha ipnotizzato Bale dagli undici metri. Un match che ha lasciato buone indicazioni a Stefano Pioli. Vincono Napoli e Lazio, gli azzurri hanno avuto la meglio sull’Ascoli: 2-1, per effetto dei gol messi da Insigne ed Elmas. Buone indicazioni per Spalletti.
Senza Lukaku che è ormai prossimo a vestire la maglia del Chelsea, l’Inter di Simone Inzaghi è andata a vincere per 2-0 al Tardini contro il Parma grazie ai gol messi a segno ad inizio ripresa da Brozovic e Vecino. Occasioni nella prima frazione per Lautaro e Perisic, mentre Barella centra il palo. Inter convincente che ha avuto il pieno sostegno dei tifosi (a Parma presenti 500 interisti su 5000 che hanno avuto accesso al Tardini), mentre contestate le scelte della società che ha già lasciato partire Hakimi e Lukaku, due pilastri della vittoria dello scudetto della scorsa stagione.
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