La giornata politica

Ieri il premier Conte e il ministro della difesa Guerini hanno annunciato che l'Italia è pronta a rimodulare la sua presenza in Libia nell'ambito di una missione europea sotto la guida dell'Onu. Il premier, che ieri ha incontrato il primo ministro olandese ed oggi invece sarà in Algeria, ha ribadito: l’unica soluzione è politica non è possibile una soluzione militare.

l ministro degli esteri Di Maio, che ha riferito in Parlamento sulla Libia, ha confermato l’impegno dell’Italia contro il terrorismo e nel riannodare i fili del dialogo tra Teheran e Washington.

Riguardo ai temi di politica interna, il segretario dem Zingaretti ha rilanciato i 5 punti dell’agenda del Pd, a partire dalla rivoluzione verde e sui decreti Salvini ha commentato: quella non è sicurezza, è propaganda. I 5 stelle hanno invece confermato le loro priorità: abbassare tasse e revocare concessioni autostradali.

Ma nella maggioranza a tenere banco è stata la questione prescrizione. La commissione giustizia della Camera ha approvato l'emendamento che sopprime la proposta di legge Costa, con cui il centrodestra mirava ad annullare gli effetti della riforma Bonafede. Italia viva ha votato insieme all'opposizione, ed è stato subito scambio di accuse. Per Renzi, il Pd è subalterno ai Cinque Stelle; per il Pd Renzi così aiuta Salvini.

C’è stato intanto il via libera in commissione all'emendamento alla legge costituzionale che introduce il voto dei 18enni per il Senato e l'eleggibilità a Palazzo Madama anche a 25 anni. Mentre è attesa per oggi la decisione della Corte costituzionale sul referendum elettorale.

Salvini spera che la Consulta dia la parola al popolo. Sempre il leader della Lega ha sfidato il governo: non andranno lontano. Sul caso Gregoretti invece ha rivendicato: ho agito nell’interesse nazionale.

Forza Italia è andata all'attacco sulla prescrizione: la spaccatura sul voto in commissione è un risultato politico significativo – ha affermato Costa, il firmatario della proposta di legge bocciata – li aspettiamo in aula alla camera a fine mese. 

Anche per Fratelli d’Italia la maggioranza è logora, unita solo dal terrore delle elezioni. Giorgia Meloni è tornata poi sulla questione della legge elettorale: vogliono il proporzionale per continuare a fare inciuci di palazzo contro la volontà dei cittadini.