Casi preoccupanti

L'arresto del presidente della Corte di appello di Catanzaro, che in cambio di denaro quando non di prestazioni sessuali, mi hanno molto impressionato ma rafforzato in me convinzioni personali. Questo fatto avviene a pochi giorni dall’arresto sempre per corruzione del Prefetto di Cosenza; ambedue impegnati in Calabria. Colpiscono più aspetti di queste tristi storie: sono alti funzionari dello Stato, dunque ancora più inquietante in una regione sotto scacco dalle mafie, e di una parte significativa di cittadini diffidenti verso lo Stato; significativo che si esponessero anche per piccole somme e ad estorsioni di altro tipo che conduce a presumere un numero esteso di persone coinvolte nella realtà dei fatti giornalieri. Nessuno, in un paese particolare come il nostro, deve sottovalutare segnali come questi, e le conseguenze negative ulteriori che ne possono derivare sia per una percezione sbagliata del funzionamento dello Stato, sia per il fiancheggiamento oggettivo di queste gravi illegalità a favore delle mafie.

Ma quello che fa tremare di più, è la cultura imperante che può alimentarsi, che porta il corpo politico istintivamente a rafforzare soluzioni attraverso sostanziali leggi speciali per contrastare i fenomeni illegali e di infedeltà. Per non aggravare la situazione, diciamo che l’unica condizione speciale e che lo Stato sappia dare esempi, selezioni rigidamente i servitori dei cittadini, provveda (come sa fare quando vuole) a dotarsi di sistemi di monitoraggio del funzionamento degli incarichi pubblici, renda pubblico ogni atto che si decide nel nome della Repubblica. Ma quello che non occorre fare è di produrre leggi speciali: da legge speciale a legge speciale, siamo l’unico paese occidentale ad averne tante ma di convivere più del passato con le mafie, la rete di corruttela espansa, cittadini sempre più esposti alle infedeltà, ignavia, arroganza di taluni alti funzionari dello Stato. L’insegnamento basico della della filosofia liberale poggia proprio sulla saggezza popolare. Lo Stato minimo non è solo un modo di ridurre le tasse, ma anche di non affidare a singole persone che rappresentano l’interesse pubblico, ciò che oltrepassa il minimo indispensabile; per l’indispensabile può provvedere il cittadino attraverso civili forme di collaborazioni e responsabilità collettive.